INTER, MORATTI RANIERI / MILANO – La stagione è ancora lunga e tutto può ancora succedere. Il ritornello che vanno ripetendo giocatori e allenatore dell’Inter è certamente condivisibile, purchè non lo si interpreti solo in chiave positiva: se i nerazzurri dovessero mantenere questo trend, infatti, non si può avere nemmeno la certezza di centrare la salvezza (vedi la Sampdoria dello scorso anno). I proclami di fame di successo e voglia di riscatto vengono puntualmente smentiti con prestazioni sotto ritmo che denotano una scarsa condizione fisica ed una preoccupante assenza di rabbia agonistica. Tanti sono stati gli errori commessi in casa Inter da tutti i protagonisti sin dall’avvio della stagione, errori principalmente di sopravvalutazione.
Il presidente Moratti e lo staff dirigenziale hanno sopravvalutato una rosa che in passato è stata capace di vincere tutto, ma che già lo scorso anno aveva dato segnali di logorio: Stankovic è irriconoscibile, mentre Zanetti e Cambiasso avrebbero bisogno di rifiatare ogni tanto. Inoltre i nuovi arrivati e le giovani leve, come hanno fatto notare Sneijder e Ranieri, non sono all’altezza dei titolari: in futuro potranno magari diventare campioni, ma i nerazzurri avrebbero avuto bisogno di giocatori capaci di sopperire da subito agli eventuali infortuni. Infortuni che da Benitez in poi hanno colpito eccessivamente l’Inter, mettendo in dubbio persino l’operato dello staff sanitario: clamoroso il caso di Poli che, arrivato a fine agosto, dichiarò di aver bisogno di una ventina di giorni per poter scendere in campo, ma siamo a dicembre e ancora non ha fatto il suo esordio.
Incomprensibile poi fu la scelta estiva di affidare la squadra a Gasperini senza mai sposarne il progetto tattico e senza assecondare le sue richieste di mercato. Il ricorso ad un tecnico esperto in ‘normalizzazione’ della situazione come Ranieri non sta dando i frutti sperati: tre sconfitte casalinghe contro quelle che andrebbero considerate avversarie nella corsa ad un posto in Champions (Napoli, Juventus e Udinese), unite al ko di Catania e ad un gioco che non ha fatto progressi nemmeno dopo le soste per le Nazionali di ottobre e novembre non invitano certo all’ottimismo. Ma la stagione è lunga e tutto può ancora accadere.
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