INTER COUTINHO EREDE BALOTELLI ESPANYOL/ MILANO – Le strade dell’Inter e di Philippe Coutinho si sono ufficialmente divise nella giornata di ieri. Ufficialmente la notizia l’ha data l’Espanyol, ma il commento più eclatante alla notizia è arrivato dalla stampa catalana: “Oggi arriva Cou, un vero crack!”. Parole importanti quelle dei giornalisti spagnoli per un giocatore che negli ultimi mesi ha avuto poco spazio in nerazzurro pur essendo riconosciuto da tutti come un giocatore dal potenziale enorme e dalla qualità tecniche sopra la media.
Estate 2010 – L’arrivo di Coutinho all’Inter giunse poco dopo la conquista della Champions League. Acquistato a soli 15 anni dalla società nerazzurra che per il suo cartellino versò nelle casse del Vasco da Gama circa 4 milioni di euro, il baby talento sbarcò dal Brasile, precisamente dalla spiagge di Rio de Janiero nella fredda Milano pieno di aspettattive, soprattuto sotto il benestare del presidente Moratti, che in lui vedeva l’enfant prodige, l’erede designato di Mario Balotelli, ceduto proprio nello stesso periodo al Manchester City.
Con Benitez – Il tecnico spagnolo fu sicuramente l’allenatore che gli diede maggiori chances e maggior fiducia, forse costretto anche dall’emergenza infortuni e dalla poca brillantezza del Principe Milito. Coutinho è proprio verso settembre e ottobre del 2010 che dà lustro a tuttii tifosi nerazzurri e non delle sue grandi capacità tecniche: schierato da esterno d’attacco nel 4-2-3-1 di Benitez riesce a offrire prove importanti sia in Champions League che in campionato dimostrando anche ai più scettici tutto il suo valore.
Il primo infortunio – E’ il 19 novembre del 2010 quando al talento brasiliano capita ciò che non sarebbe dovuto capitare: brutto infortunio al ginocchio, tre mesi di stop, addio Mondiale per Club. E’ forse in quel maledetto giorno che inizia la parabola discendente, a livello di impiego e di continuità, del trequartista nerazzurro.
Con Leonardo – L’addio del suo mentore Benitez, coinciso con l’arrivo del brasiliano Leonardo riaccende le speranze di tutto l’ambiente nerazzurro: “Essendo l’allenatore di nazionalità brasiliana, Coutinho avrà maggior spazio”. Questa era la frase che maggiormente si ascoltava dagli addetti ai lavori. Così non fu, i continui guai fisici e le scelte del tecnico verdoro orientate sul rilancio di Snijder rimisero nuovamente nel dimenticatoio il talento classe ’92 che comunque risultò uno dei giocatori decisivi nella vittoria a Monaco valida per il passaggio ai quarti di Champions League.
Gasperini e Ranieri – Con i due ultimi tecnici non è mai scoppiato quel feeling tattico che avrebbe potuto consacrarlo come l’erede di Sneijder nella trequarti nerazzurra. Il 3-4-3 proposto in estate dal tecnico ex Genoa non lo ha agevolato, pur essendo tornato dalla felice esperienza del Mondiale under 20, vissuto alla ribalta del successo. L’arrivo di Ranieri sembrava, almeno inizialmente, un ritorno negli undici titolari, cosa che tra l’altro avvenne a Bologna e in altri scampoli di partita, trovando anche modo di realizzare il suo secondo gol in maglia nerazzurra, nella vittoria per 2-1 contro il Cagliari. Tornava quindi a splendere il sole, anche se per poco. Gli infortuni tormentano il baby talento, che col passare delle settimane vedrà sempre più da lontano giocare i suoi compagni di squadra. Panchine, tante, tribuna pure: per Coutinho l’esperienza all’Inter si chiude molto probilmente nel 2011.
Espanyol – Ora l’occasione è quella giusta. In Catalogna probabilmente troverà maggiore spazio, quantomeno la fiducia necessaria per tornare a calcare i campi di gioco d’assoluto protagonista. Sei mesi per convincere il ct del Brasile Menezes a convocarlo per le prossime Olimpiadi di Londra, il vero obiettivo del giovane campione. L’occhio vigile della dirigenza nerazzurra lo seguirà in questa esperienza spagnola, con la speranza che le strade fra l’Inter e Coutinho possano ricongiungersi nuovamente nella prossima estate.
Raffaele Amato
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