INTER-PALERMO, CONFERENZA RANIERI / MILANO – Ripartire subito. Dopo la sconfitta rimediata a Lecce, l’Inter è chiamata a rialzare subito la testa in campionato nel turno infrasettimanale in casa contro il Palermo. “Noi veniamo da due sconfitte consecutive loro da due vittorie, sono una squadra in netta risalita con buoni giocatori – esordisce Claudio Ranieri in conferenza stampa – Noi vogliamo voltare subito pagina e fare gara gagliarda di quantità e volontà. Thiago Motta? Non l’ho salutato e se l’ho messo tra i convocati è perchè spero di contare su di lui: aspettiamo, mancano solo 6 ore per fortuna. Come ho detto non ho in rosa un ricambio con sue caratteristiche, quindi spero che resti“. In merito alle partite perse contro Napoli e Lecce il tecnico nerazzurro non fa drammi, anzi spiega che “questo è il periodo di svolta, non la partita della svolta, e dobbiamo farlo prima della Champions: ben vengano queste due sconfitte, due schiaffi farci per svegliarci. Scudetto? Lo ripeto, lasciamo stare la parola e cerchiamo di attaccarti a carro Champions League che è a tre punti: se quelle avanti continuano a correre non possiamo fare niente”.
SNEIJDER – La maggior parte della conferenza stampa è stat incentrata su Wesley Sneijder. In merito al trequartista olandese Claudio Ranieri parla chiaro: “Io ho il dovere di tentare di mettere più gente di qualità in campo, ma senza dimenticare che gli altri ci hanno fatto fare sette vittorie consecutive: devo trovare l’equilibrio che nel primo tempo di Lecce non c’è stato. Nervosismo? Aveva voglia di fare bene, ma è importante rimanere calmi e sereni: assimilare il trequartista con due punte richiede un sacrificio in più, anche col 4-4-2 se non siamo compatti andiamo in difficoltà. Mourinho era riuscito a quadrare alla grande il cerchio grazie a Eto’o e Pandev che rientravano, mentre Sneijder rimaneva sempre un po’ più su per poi abbassarsi a prendere il pallone: deve ritornare il giocatore del primo anno, quello del Triplete. Tutti devono dare una mano in fase di conquista palla, come il Barcellona di Guardiola, in cui tutti giocano per il bene comune: il calcio è un gioco di squadra e conta solo il collettivo. E’ importante che Sneijder capisca quello che gli chiede l’allenatore: la squadra parla tutta la stessa lingua, deve farlo anche lui. Devo capire se posso farlo giocare dietro due punte oppure no e devo essere rapido a farlo: di solito ci metto poco”.
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