INTER RANIERI SCONFITTE SOCIETA’/ MILANO – Napoli è stata solamente una delle tante brutte tappe di questa stagione, iniziata male e che rischia di finire anche peggio. Da Gasperini a Ranieri, con la speranza di una svolta solo sfiorata tra dicembre e gennaio, ma mai realmente acciuffata. La crisi di gioco e di risultati sono le prove lampanti di scelte sbagliate di società e tecnico: entrambi – chi più e chi meno – hanno dalla loro parte le maggiori responsabilità per un tracollo al limite dell’inverosimile, se si pensa che l’Inter fino a due mesi fa era la squadra Campione del Mondo in carica.
LE COLPE SOCIETARIE – Come per le vittorie così per le sconfitte, le maggiori colpe andrebbero ricondotte ai vertici societari, in primo luogo al presidente Massimo Moratti. Iinutile sarebbe rinfangare gli errori remoti ed estivi, basterebbe però mettere in evidenza quelli del mercato di gennaio, detto di ‘riparazione‘. La società ha davvero posto riparo alle lacune della squadra? La cessione di Thiago Motta, e il mancato acquisto sia di un degno sostituto che di un’esterno sinistro (chiesto con insistenza da Ranieri), oltre che di una punta, danno senza remore la risposta al quesito posto. Manchevolezze di cui la squadra ha risentito profondamente, sia dal punto di vista tecnico che da quello motivazionale. Un gruppo di giocatori, compreso Ranieri, lasciati allo sbando, costretti a navigare a vista, senza il miraggio di un progetto tecnico e senza quelle ambizioni che un club come l’Inter dovrebbe avere sempre in primo piano.
LA CONFUSIONE DI RANIERI – Trascinato dalla approssimativa programmazione societaria è stato Claudio Ranieri: da Lecce in poi, il testaccino è andato strada facendo in continua confusione, tecnica e tattica. Poche le idee, e soprattutto scelte assai rischiose che hanno sorpreso gli stessi giocatori. Troppi i cambi di modulo e numerose sostituzioni discutibili, ultima quella di Sneijder ieri sera: inserire Pazzini al posto dell’olandese – che non era certo in una super giornata – non è stata di sicuro una mossa felice, vista l’enorme difficoltà di costruire gioco da parte dei nerazzurri. Limiti tattici che vanno ben oltre quelli della squadra e che potrebbero costargli l’esonero. Ranieri non è il principale colpevole della grave situazione, ma sicuramente le sue responsabilità sono sotto gli occhi di tutti.
CONSEGUENZE – Salvo miracoli che al momento è utopico ipotizzare, l’Inter non raggiungerà il terzo posto in campionato e quindi non parteciperà alla prossima Champions League. Verrà quindi interrotto il record italiano di dieci partecipazioni consecutive alla massima competizione europea. Ma oltre al blasone, a rischio è inevitabilmente anche l’immediato futuro dei nerazzurri: senza gli introiti della Champions, gli investimenti sul mercato si ridurranno ulteriormente, mentre si prospettano altre cessioni eccellenti.
Raffaele Amato
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