Inter, presentazione Stramaccioni: “Sogno regalato da Moratti, mi ispiro a Spalletti”

Andrea Stramaccioni - Getty Images

INTER, PRESENTAZIONE STRAMACCIONI / MILANO – In appena due giorni è cambiata la vita (professionale) di Andrea Stramaccioni. Prima la conquista della NextGen Series con la formazione Primavera, poi la chiamata del presidente Massimo Moratti che ha deciso di affidargli la prima squadra dell’Inter per sostituire Claudio Ranieri nelle ultime nove giornate di campionato. “E’ un bellissimo sogno perchè siamo passati dalla vittoria di Londra, che ora sembra lontana un mese, a quello accaduto ieri: solo il calcio dà queste emozioni – dichiara il nuovo allenatore dell’Inter nella conferenza stampa di presentazione – E’ stata una chiamata totolamente inaspettata, un sogno regalato da Moratti: è un altro mondo quello della prima squadra rispetto al calcio giovanile, poi all’Inter, che è uno dei club più importanti al mondo, le  considerazioni vengono da sè. Ai giocatori ho detto che per me è un orgoglio allenarli, fino a ieri erano grandi campioni che ammiravo da dietro il cespuglio, ora sono i miei campioni: ho visto una professionalità pazzesca, sono giocatori di spessore mondiale, è facile comunicare con loro. Paura? Se decidi di fare questo lavoro è un termine inesatto, c’è grande concentrazione da quando il presidente mi ha comunicato la decisione”.

GIOVANI, MORATTI, OBIETTIVI – Tutti si aspettano che con il suo avvento in panchina ci sarà più spazio per i giovani, ma Stramaccioni avverte: “E’ un discorso delicato, hanno tutti grande talento e grandi prospettive: sono un patrimonio che la società deve gestire al meglio. Ognuno ha il suo corso, è una cosa delicata, si corre il rischio di precorrere l’evoluzione di un ragazzo”. Il nuovo tecnico nerazzurro ha raccontato l’incontro con il presidente: “Ho pensato che ero stato me stesso nell’esporgli le mie idee, se Moratti che ha fatto la storia mondiale del caclio, mi ha dato una possibiltà è per quello che ha visto in questi sei mesi. Io ho la certezza del mio lavoro e delle mie idee, con umiltà dico che non credo ci sia rischio di bruciarmi, so che allenare dei campioni è diverso da allenare i giovani, ma ho alle spalle una grande società che mi supporta in qualsiasi cosa. Le prime volte che il mio nome veniva accostato alla panchina dell’Inter mi lusingava, normale che subentrare non è come lavorare dall’inizio, ma il presidente mi  ha chiesto di portare quello che ha visto in Primavera: entusiasmo e voglia di riportare i colori nerazzurri dove meritano. Obiettivi? Il presidente mi ha detto semplicemente ‘dobbiamo vincere’, ora fare progetti a lunga scadenza fa sorridere, quindi pensiamo solo a vincere contro il Genoa“.

MOURINHO, SPALLETTI, ZANETTI – Per l’ennesima volta alla presentazione di un allenatore dell’Inter si fa il nome di Mourinho: “Non c’è il pericolo dell’ombra di Mou: io sono l’ultimo arrivato, ho le mie idee e lui le sue – prosegue Stramaccioni – Andrò in campo a trasmettere solo quello che so io, lui è un idolo, uno dei più grandi, ma non cerco paragoni. Questi giocatori hanno scritto pagine importanti della storia del calcio, è un grande spogliatoio e nel primo allenamento di oggi ho visto una intensità che mi ha piacevolmente colpito: ho visto ritmo ed entusiasmo, sono contento e ci credo molto. I giocatori mi hanno dato tutti del ‘Lei’, credo sia stata una forma di rispetto reciproco ed è giusto così. Io predestinato? E’ un termine impegnativo, diciamo fortunato”. A Stramaccioni viene poi chiesto chi sono i tecnici a cui si ispira: “Un’allenatore giovane deve rubare con l’occhio tutto quello che vede da tv, allenamenti e corsi. Sicuramente Spalletti ed il suo staff mi hanno aiutato a crescere molto e mi ha ispirato tantissime idee”. Infine una battuta sui senatori e su Sneijder: “Io voglio dei giocatori che siano giovani dentro, la carta di identità non mi interessa: Zanetti è stato un esempio oggi, aveva la determinazione e la voglia di un ragazzino. Per quanto riguarda Wesley, non ho bisogno di formule magiche per farlo tornare ad alti livelli: è un giocatore di grandissima tecnica e se sta bene incede pesantemente a livello internazionale. La riconferma? Il presidente mi ha detto di lavorare e tornare a far vincere l’Inter, poi ogni cosa ha il suo tempo: la dedica di questa promozione in prima squadra va a questa società che mi ha trattato come fossi un allenatore importante e la loro fiducia mi rende molto felice”.

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