INTER-SIENA 2-1, VITTORIA NEL SEGNO DI ZANETTI / MILANO – Torna alla vittoria l’Inter di Stramaccioni, grazie al 2-1 rifilato al Siena di Sannino. I nerazzurri hanno mostrato, forse per la prima volta, di voler conquistare i tre punti a tutti i costi, giocando una partita, soprattutto nel secondo tempo, con coraggio e determinazione, premiati alla fine da un calcio di rigore, netto, realizzato dal miglior bomber della serie A, Diego Milito.
INTERMINABILE CAPITANO – La vittoria è nel segno di Javier Zanetti. Il capitano – ieri sera ha raggiunto le 570 presenze in campionato – è stato l’autentico trascinatore della squadra nerazzurra, un sali e scendi continuo sulla fascia, imprendibile per gli avversari, e forse anche per i fotografi di San Siro. Un animale indomabile per i suoi avversari, messi completamente al tappeto dalla sua energica e mai doma volontà, una spina nel fianco per la difesa del Siena, costretta in più di un’occasione a raddoppiargli la marcatura. Quasi 39 anni, ma una professionalità e un entusiasmo di un ragazzo, l’esempio vivente di come andrebbe vissuto il calcio a tutti i livelli.
EMBLEMA OBI – Insieme al capitano, il centrocampista tuttofare nigeriano è la vera arma in più dell’Inter di Stramaccioni. Le sue giocate non saranno stilisticamente belle da vedere, ma il suo impegno e la sua tenacia meritano un plauso importante. Sempre presente in ogni azione d’attacco, corre, lotta, e non lascia mai nulla al caso. Viene sostituito dal giovane tecnico perché stremato: è davvero l’emblema della vittoria di ieri sera, con qualche giocatore in più dotato della sua voglia di fare, la Beneamata sarebbe a ridosso di Milan e Juventus.
REDIVIVO ZARATE – Con la piena fiducia di Strama, Mauro Zarate è tornato, seppur a tratti, il giocatore di un paio di stagioni fa. L’argentino ha giocato una partita di coraggio, quel coraggio e quella stima di sè che ti aiuta anche nella giocata più semplice. Anche se molto spesso si incaponisce in inutili dribbling, Zarate ha mostrato ieri, e anche nelle scorse due partite, quel qualcosa in più che con Gasperini e Ranieri era venuto a mancare. Il riscatto, e la sua permanenza all’Inter nella prossima stagione appaiono al momento impensabili, ma concludere alla grande questa stagione potrebbe essere il giusto trampolino per lui, per poter nuovamente ambire in futuro a palcoscenici di un certo rilievo.
DA PRINCIPE A RE – Venti e non sentirli. Venti non sono gli anni, ma i gol messi a segno da Diego Milito in questa stagione, tutti o quasi a partire da gennaio 2012, il suo anno, almeno fino a questo momento. Il Principe è tornato, anzi, si è trasformato in un Re, il protagonista assoluto di San Siro: determinante nelle ultime tre partite, 6 gol messi a segno che danno ancora speranze per un posto Champions. Stramaccioni gli ha consegnato lo scettro, e lui non lo ha deluso: bomber freddo e implacabile, non sarà quello ammirato nell’anno del triplete, ma poco ci manca. Impossibile rubargli il posto, Pazzini dovrà farsene una ragione.
NON MOLLARE MAI – Al di là dello schema tattico, la vera forza dell’Inter è stata quella di non arrendersi mai, la volontà e la grinta unite alle giocate dei singoli. Vincere contro un Siena quadrato e ben organizzato sotto il profilo difensivo non era certo facile, ma lo spirito della squadra nerazzurra ha saputo abbattere il muro dei toscani. Stramaccioni ha saputo lavorare bene nella testa dei giocatori, ora però ci vorrà la continuità per sperare in qualcosa di più dell’attuale settimo posto: il ‘non mollare mai’ di ieri sera è di buon auspicio per il futuro, quel futuro che si chiama Udinese.
Raffaele Amato
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