INTER, TRIONFO DI ANDREA STRAMACCIONI / MILANO – Comunque vada, sarà un successo. Applausi a scena aperta per il tecnico dell’Inter, Andrea Stramaccioni. Il giovane condottiero, con la vittoria di ieri sul Cesena, ha agganciato il treno del terzo posto, obiettivo che, prima del suo arrivo, sembrava irrangiungibile, utopistico, irrealizzabile. Strama, a prescindere dal piazzamento Champions o meno – tutto dipenderà soprattutto dal Napoli – nella sua breve esperienza alla Pinetina, ha trionfato su tutti i fronti. Dal giorno del suo arrivo sulla panchina della Beneamata – storicamente una delle più difficili – ha saputo invertire la rotta di una squadra in caduta libera, in depressione, spenta, senza più nulla da chiedere a questa deludente stagione. Il tecnico romano ha giocato le proprie carte, le carte che a lui eran più congeniali: l’impatto con l’ambiente interista è stato forte e positivo fin dal primo momento, un entusiasmo che non si vedeva dalle parti di Appiano Gentile da circa due anni, ossia da quando sulla panchina siedeva José Mourinho. Entusiasmo e voglia di fare che Strama ha saputo trasmettere ai tifosi – depressi e col morale a pezzi – e agli stessi giocatori, basti pensare alla ritrovata forma di Cambiasso, uno di quelli più criticati negli ultimi mesi, oppure a Mauro Zarate, che seppur in maniera altalenante, ha incominciato a giocare un calcio vero ed efficace, e a segnare gol importanti, ultimo quello di ieri, decisivo per la vittoria finale sul Cesena. Stramaccioni ha strabiliato, uno show-man in campo e fuori dal campo, un vincente prima nelle sue idee di far calcio, nelle sue scelte spesso discusse – come giusto che sia – ma sempre fondamentali nelle vittorie conquistate: dal 5-4 contro il Genoa, a quella sul difficile campo di Udine di pochi giorni fa.
Quattordici punti su diciotto a disposizione, un ruolino di marcia da primato in classifica, che fa crescere i rimpianti, e che potrebbero aumentare nel caso Moratti non lo confermasse anche per la prossima stagione, anzi, per le prossime stagioni, per il futuro. Il trionfo di Stramaccioni è anzitutto il successo di Massimo Moratti. La scelta di affidare la panchina dell’Inter a un tecnico giovane – decisione criticata un po’ ovunque, dalla stampa alla tv – è stata infatti presa in prima persona dal numero uno nerazzurro, ripagata poi sul campo, anzi stra… ripagata. Con il 36enne è rinato Sneijder, non più un problema, come lo era per Ranieri e Gasperini, ma la soluzione ai problemi: dai piedi dell’olandese, e dalla sua personalità, l’Inter è tornata a vincere, e a tratti a convincere. Il numero 10, schierato finalmente nel suo ruolo, ossia da trequartista, è stato anche ieri l’uomo in più, il faro per i suoi compagni, da Alvarez a Obi, passando per Fredy Guarin. A Stramaccioni vanno i meriti per averci sempre creduto a quel traguardo chiamato Champions League, prima lontano, ora vicino, molto vicino. Calendario alla mano, tutto o quasi dipenderà dal Napoli, ma comunque vada… sarà un successo. Un successo di Strama, il successo di chi era stato definito, forse per paura o per poca conoscenza, inesperto e non adatto per guidare un club importante come l’Inter.
Raffaele Amato
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