INTER, PARLA RICKY ALVAREZ / ROMA – Tanta tanta ‘Maravilla’, c’è molto di Ricky Alvarez nelle ultime vittorie dell’Inter targata Stramaccioni. Il trequartista argentino, lento e impacciato nei primi mesi, sta pian piano conquistando la fiducia della società nerazzurra e degli interisti, diventando a sorpresa uno degli inamovibili, sia per il presente che per il futuro. Fantasia e grandi giocate, esplose solo da tre mesi, il perché lo spiega lo stesso Alvarez al ‘Corriere dello Sport’: “Ho incontrato tante difficoltà nel mio primo anno in Italia. Fuori dal campo tutti mi hanno aiutato – ha spiegato l’argentino – In campo però dipendeva e dipende esclusivamente da me. Il calcio italiano è pieno di insidie, è molto tattico, mentre in quello argentino hai più tempo per pensare alla giocata”. Uno dei suoi principali difetti è la lentezza, difetto che limita molto le prestazioni del numero 11 nerazzurro: “In questo devo assolutamente migliorare. Solo allenandomi duramente e con il sacrificio potrò colmare questa mia lacuna. Sono sicuro che la prossima stagione si vedrà un nuovo Alvarez, partirò avvantaggiato rispetto a quest’anno”. Panchine e tribune, ora invece spesso e volentieri dal primo minuto, un cambio totale nelle gerarchie: “Il lavoro paga sempre, ho sempre creduto in me stesso – ha confidato il trequartista – Non ho mai pensato di lasciare l’Inter, qui voglio affermarmi e vincere tanti trofei”. Anche dal punto di vista tattico, Alvarez ha finalmente trovato la sua collocazione, quella di appoggio alla prima punta: “Nel 4-3-2-1 mi trovo molto bene perché ricevo spesso il pallone fra i piedi. In altre partite ho giocato anche più largo”. Il primo anno vissuto con la maglia nerazzurra non è stato positivo dal punto di vista dei risultati: “Si è così. Certo di vittorie belle ce ne sono state – ha proseguito – Contro Lecce e Parma le mie migliori partite, però l’ultimo successo nel derby è stato meraviglioso, con tutti i nostri tifosi pazzi di gioia. La sconfitta contro il Napoli in casa è stata invece la mia peggior partita”. Chi ha creduto sempre in lui sono stati Branca e Ausilio, i quali consci delle sue qualità non hanno mai smesso di dargli la carica: “Loro mi hanno aiutato molto, hanno sempre avuto fiducia in me. All’Inter sto bene anche grazie a Branca e Ausilio”.
LA CARICA DI STRAMA – L’arrivo del giovane tecnico sulla panchina lo ha rilanciato totalmente: “Lui crede in me e nel mio modo di giocare – ha ammesso Alvarez – E’ un bravo tecnico, gli piace giocare in maniera offensiva. Avrà una grande carriera“. Strama ha rigenerato lui e tutta la squadra, data per morta e sepolta un po’ da tutti: “Ha lavorato benissimo sotto l’aspetto psicologico. Ha ridato sicurezza a ogni giocatore”. Nella prossima stagione si potrà puntare a traguardi importanti, questa la chiosa finale di ‘Ricky Maravilla’: “Sogno di vincere qui in nerazzurro, è l’obiettivo mio e di tutta la squadra”.
Raffaele Amato