INTER, PARLA FREDY GUARIN / MILANO – La povertà, il sacrificio, la passione per uno sport che non ti fa mai smettere di sognare. Fredy Guarin è l’emblema, il simbolo di un’intera Colombia: “Quando ero piccolo la mia famiglia non aveva tanta disponibilità economica – ha confidato alla ‘Gazzetta dello Sport’ – Per questo, nella vita io non ho paura di niente”. A 19anni la sua prima chance in una grande, il Boca Juniors: “Non ci pensai un attimo, giocare in quel grande club era un sogno per me”. Lasciare la Colombia non sarà stato facile: “Del mio Paese si parla sempre male, senza conoscere a fondo la realtà. Non c’è solo criminalità – ha dichiarato il Guaro – In Colombia si sta bene“.
INTER, UN SOGNO CHE SI AVVERA – “Io voglio restare in questo club. L’Inter è una delle squadre più importanti al mondo – ha sottolineato il colombiano – Ho sempre voluto indossare la maglia nerazzurra, ora che sono qui non voglio più andarmene“. Tanti suoi idoli hanno vestito la maglia della Beneamata: “Da piccolo, a parte Ivan Cordoba, il mio punto di riferimento era Ronaldo. Fino a 16 anni giocavo in attacco, poi ho iniziato a giocare in mezzo al campo. Un altro mio idolo era Vieira, per questo oggi ho la maglia numero 14″. Pur essendo arrivato a gennaio, Guarin ha avuto poche possibilità per dimostrare tutte le sue qualità, complici i noti guai fisici: “La voglia di giocare c’è sempre stata. Io sono un combattente, ho voglia di vincere con l’Inter – ha esclamato il nerazzurro – Resto, e dimostro chi sono. Questo è il mio obiettivo”. La società nerazzurra quasi sicuramente riscatterà il suo cartellino, anche perché Stramaccioni punta su di lui, per il presente e per il futuro: “Il mister è come me, anche lui ha voglia di vincere. Strama ha una grande personalità“. Prima di approdare a Milano si parlò di un forte interessamento di Lazio e Juventus per il centrocampista colombiano: “Di questo ne avevano parlato solo i procuratori. Non appena è spuntata l’Inter io non ci ho pensato due volte – ha dichiarato – Volevo solo i nerazzurri, volevo vivere questo sogno“.
Raffaele Amato