INTER MATTIA DESTRO ROMA SCONFITTA / MILANO – Una nuova strada è stata intrapresa. Destro ha scelto, il suo futuro è Roma. La Roma. Una decisione presa dopo tanti giorni di riflessione, di pensieri. Offerte economiche che salivano da una parte e dall’altra, con lo sfondo di un progetto – quello giallorosso – forse più affascinante rispetto a quello di altri club. Perché quel progetto è lui stesso, inserito certamente in un contesto tattico ben conosciuto ormai da tutti. Il 4-3-3 di Zdenek Zeman. La nuova vita professionale dell’attaccante marchigiano è una sorta di sconfitta per la stessa Inter che, poco meno di un anno e mezzo fa, aveva fra le mani il suo cartellino, prima di venderlo totalmente e senza rimpianti al Genoa. Scelte di mercato, dettate dal momento o da una situazione particolare. Scelte che, però, si pagano. Amaramente. Tantopiù che, un paio di mesi fa il ritorno del figliol prodigo era più di una speranza. L’accordo coi Grifoni era stato trovato, i nerazzurri rivolevano il loro talento. Ma le cose si complicarono, il Siena riscatto la metà del cartellino e tutto ritornò in gioco. Il futuro di Destro, innanzitutto.
Branca ci ha poi riprovato due giorni fa, un ultimo tentativo disperato e forse anche fuori luogo. Con quali soldi poi, visto che in avanti si è ancora alla ricerca di potenziali acquirenti per l’esiliato Pazzini. Con quale progetto, soprattutto. In che ruolo avrebbe giocato? Al posto di chi? Tutte domande che si sarà posto anche l’attaccante. Due sconfitte per l’Inter: quando lo ha dato via nel gennaio 2011 e ora che se l’è lasciato scappare. Scacco matto con dei precedenti: come dimenticare il ‘caso’ Adriano, ceduto in comproprietà al Parma – dopo aver giocato alla grande molti scampoli di partita – per poi essere riacquistato nel gennaio 2005 dopo un investimento di quasi 30 milioni. Il brasiliano trascinò poi la malandata Inter di Zaccheroni al quarto posto, allora valevole per la qualificazione ai preliminari di Champions.
Di casi Destro o Adriano, ce ne sono tanti altri. Bonucci, ad esempio: venduto per poco più di 4 milioni al Genoa (che feeling con Preziosi!) per poi tentare di riacquistarlo un anno dopo a cifre nettamente più alte. Affare che non riuscì per ‘colpa’ della Juventus, abile a soffiare il viterbese al club nerazzurro. Che poi a Torino, in soli due anni ha vinto uno scudetto e conquistato un posto da titolare nella Nazionale italiana all’Europeo di giugno, giocato tra le altre cose in maniera quasi perfetta. Il monito per il futuro è lanciato: più attenzione ai gioielli di ‘casa propria’ e meno verso quei giocatori stranieri dal rendimento incerto. E anche qui, la lista sarebbe molto lunga.
Raffaele Amato