EUROPA LEAGUE HAJDUK SPALATO-INTER TORCIDA / MILANO – Tredici giorni al primo impegno ufficiale. Via le casacche d’allenamento e i sorrisi delle amichevoli estive. Adesso si fa sul serio. La prima tappa dell’Inter new generation è a Spalato. In ballo c’è l’accesso all’Europa che conta meno. L’ex Coppa Uefa, ora Europa League. Il cambio del nome fa più chic. Di fronte l’Hajduk, il club più glorioso della Croazia. Otto campionati nazionali (17, se si considerassero quelli vinti prima della caduta del muro di Berlino), centouno anni di storia, prestigio e blasone non indifferenti. Gli Hajduci, o i Bili (i bianchi) sono guidati da Miso Krsticevic, ex calciatore (non proprio uno sconosciuto) anni ’70 fino alla stagione 1987: carriera chiusa con la maglia dell’Oberhausen, piccola squadretta tedesca. Due, sono i moduli di gioco adottati dal mister croato: il 4-4-2 nelle gare casalinghe, e il 4-1-4-1 nelle trasferte. Probabile che, lo schema a una punta venga usato proprio contro l’Inter. Un’eccezione che confermerebbe la regola.
Un buon collettivo, fiore all’occhiello la punta di soli 21 anni, Ante Vukusic. Quindici centri nella passata stagione, uno nei playoff di Europa League. Veloce, rapido, senso del gol, in pratica il giocatore più temibile dell’Hajduk. Vukusic, tra l’altro nel 2010 è stato inserito dalla rivista ‘Don Balon’ nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1989 (lui è un classe ’91). Il pericolo numero uno per la squadra nerazzurra sarà comunque lo stadio ‘Poljud’ e la sua Torcida, ovvero il principale gruppo organizzato di tifosi dell’Hajduk. Addirittura, il più vecchio d’Europa, nacque infatti nel 1959. Una passione, quella dei croati, assordante e trascinante. La squadra di Krsticevic non sarà insuperabile, ma le insidie – soprattutto nel calcio – sono sempre dietro l’angolo. Occhio alla Torcida, allora.
Raffaele Amato