INTER, INTERVISTA ESTEBAN CAMBIASSO / MILANO – Un, due, tre. Si parte. Meno uno alla prima gara ufficiale della nuova Inter targata Stramaccioni. Si comincia dal caldo e dal tifo infuocato di Spalato. Ad attendere la squadra nerazzurra ci sarà l’Hajduk, storica e prestigiosa squadra croata. Un impegno duro, da non sottovalutare. Una gara in cui serviranno carattere e determinazione, doti che non mancano di certo a uno dei ‘gladiatori’ dell’old generation, Esteban Cambiasso: “Questa partita è solo la conseguenza della scorsa stagione – ha dichiarato il Cuchu a ‘La Gazzetta dello Sport’ – Non credo sarà un problema per il resto della stagione giocare già i primi di agosto. In passato ci è già capitato di scendere in campo in questo periodo”. Problemi di vario genere, insidie. L’argentino teme poco o nulla dell’avversario. Non per mancanza di rispetto, ma perché conscio della forza della sua squadra: “Di sicuro non sottovaluteremo questo match. A Spalato farà un gran caldo, e poi il loro stadio sarà una vera e propria bolgia. I giocatori l’hanno definita ‘partita storica’ – ha aggiunto – Anche per noi sarà una sfida importante, il nostro obiettivo è quello di proseguire il cammino europeo“. Con Stramaccioni al timone tutto (forse) potrebbe essere più facile. Il mister giovane-adulto ha conquistato in poco tempo la stima e la fiducia dello spogliatoio: “Nel calcio non conta l’età, o si è bravi o no. Strama ha carattere, ha trascinato i giocatori col suo modo di fare. E’ ‘uno da Inter’“.
Alla Pinetina è sbarcato da un mese circa un altro argentino, un altro attaccante. Palacio: “Rodrigo era solo una seconda punta da assist, oggi è una seconda punta da assist e da gol. In Italia è migliorato molto, come successo anni fa a Milito“. Arrivano nuovi giocatori (pochi per dire la verità), restano i due simboli più importanti. Il Cuchu e capitan Zanetti. Criticati, a volte, ma amati follemente dal pubblico interista: “Spesso mi sono arrabbiato per le critiche ricevute nella scorsa stagione. Alla fine, non eravamo solo io e Pupi a giocare male. O almeno, non eravamo gli unici colpevoli. Alla fine, è sempre l’allenatore a decidere, lui è più importante di noi giocatori”. Adesso si (ri)parte da zero, o quasi. Sbagliare, come accaduto la scorsa stagione, è stato umano, perseverare, in futuro, sarebbe diabolico: “L’Inter non può permettersi più di un’annata negativa. Sono sicuro che non commetteremo più gli stessi errori del passato“, firmato Esteban Cambiasso.
Raffaele Amato
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