INTER EUROPA LEAGUE GUARIN GIOCO STRAMACCIONI/ MILANO – Guardando la partita di ieri sera – oltre a un po’ di sano amarcord per la telecronaca di Bruno Pizzul – il tifoso medio dell’Inter si sarà subito reso conto delle notevoli differenze tra la squadra della scorsa stagione, brutta e noiosa, con quella di oggi. I giocatori visti in campo contro l’Hajduk sono sembrati uniti e compatti tra di loro, amalgamati ‘a mestiere’ da un tecnico intelligente e preparato (in questo ha pienamente ragione Moratti) che in pochi mesi ha completamente trasformato un gruppo di professionisti, sia dal punto di vista del gioco, fluido e a lunghi tratti assai piacevole, sia sotto l’aspetto dell’entusiasmo e del coraggio. Mai una palla buttata via, scambi veloci e sensati, coesione e motivazioni, quelle motivazioni perse e riperse nella scorsa annata.
Oltre al fattore Stramaccioni, va sottolineato il grande lavoro di Fredy Guarin: il colombiano, se al meglio della condizione, è un campione assoluto di grinta e personalità, doti abbinate anche a una buonissima qualità tecnica. Lo si è visto entrare nel vivo di tutte le azioni, in quelle d’attacco e nei ripiegamenti difensivi. Con lui, l’Inter è come se avesse giocato in dodici. Il più grande acquisto di Marco Branca negli ultimi due anni, senza ombra di dubbio. Se poi allo strapotere fisico del Guaro ci aggiungiamo la straordinaria inventiva di Sneijder e Coutinho, allora non c’è nulla da meravigliarsi se i nerazzurri hanno vinto e convinto in quel di Spalato. Una miscela perfetta, esplosiva. Serviranno altri giocatori, altri acquisti, ma quest’Inter diverte, piace. Chissà quanto ai cinesi.
Raffaele Amato