INTER RIFLESSIONI SUL MERCATO STRAMACCIONI MORATTI / MILANO – Il gong sul calciomercato è arrivato ieri sera. Ore 19, il grande circo si è finalmente chiuso. Un mercato povero, avaro di grandi nomi, di colpi a effetto. L’unico, forse, è stato rappresentato dallo scambio tra Inter e Milan,che ha visto Cassano giungere in nerazzurro, mentre Pazzini compiere il percorso inverso. Il tempo poi ci dirà chi ha fatto l’affare tra le due società. Il barese ha qualità indiscutibili, ma è molto discontinuo. Anche sotto il profilo comportamentale lascia molto a desiderare.
Il Pazzo, invece, nell’anno e mezzo alla Pinetina ha fatto bene solo i primi sei mesi. Poi il buio, dovuto anche allo scarso rendimento di tutta la squadra. E’ stato bravo in club di medio livello, molto meno in una big. Moratti ha riaperto il portafoglio, seppur senza grossi investimenti: prestiti con diritto di riscatto, soprattutto. Sono arrivati giocatori utili al nuovo progetto. Handanovic ha preso il posto di Julio Cesar, poi Silvestre, Pereira e Gargano. Senza dimenticare Mudingayi. “Funzionali”, come si è spesso sentito dire. Tutti elementi di buon livello, non di più. Dal rendimento certo, almeno per quello che hanno fatto vedere nella passata stagione. Bisognerà verificare, per ognuno di loro, quanto potrà incidere il ‘peso‘ della maglia. Quella nerazzurra non è come le altre.
L’Inter è un club importante in tutto il mondo, giocare a ‘San Siro’ non è facile per nessuno. Insomma, un conto è fare la differenza a Palermo o Udine, un conto farla a Milano. Se questo ostacolo verrà superato, i nerazzurri potranno recitare un ruolo decisivo in questo campionato, altrimenti gli obiettivi dovranno necessariamente essere diversi. Si parte dal sesto posto della scorsa annata, il gap da recuperare è tanto. Il vero colpo di Moratti – senza trascurare quello di Guarin – è stato fatto a marzo. Quando sulla panchina ha chiamato Andrea Stramaccioni. “Scelta folle”, così la definì il patron nerazzurro. Direi coraggiosa e giusta. Con l’arrivo del giovane allenatore, il presidente ha dato la svolta al corso della sua società.
Cambiata non solo la guida tecnica, bensì la cultura di tutto l’ambiente. Diventato, almeno fino a questo momento, meno caotico, più tranquillo e riflessivo. Stramaccioni è il vero jolly dell’Inter. Non ha nemmeno quarant’anni, però già lavora e parla come un navigato del mestiere. Ha conquistato la fiducia di tutti, dei giocatori in primis. In altre parti si è parlato tanto di top player, di grandi campioni. Mai arrivati (la propaganda funziona sempre per prendere in giro i tifosi). Senza accorgersi che il vero acquisto ‘straordinario’ è stato messo a segno proprio da Moratti. Ed per questo che ora c’è speranza di tornare a vincere, anche quando le cose non vanno come dovrebbero.
Se si pensa all’ultimo pareggio interno col Vaslui. Niente drammi, si continua sulla stessa strada, insieme. Ovvio che i risultati saranno determinanti. Il progetto tracciato dal numero uno di Corso Vittorio Emanuele e dal suo giovane mister convince perché ha il sapore e la freschezza della primavera. Non è agosto il mese del rilancio dell’Inter. E’ Marzo. E per una volta è giusto ringraziare la Juventus, che battendo la squadra di Ranieri ha dato il coraggio e la forza a Moratti di rivoluzionare il suo giocattolo. In meglio, sicuramente.
Raffaele Amato
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