INTER RICERCA QUALITA’ ALVARO PEREIRA / MILANO – Non è bastata. Non è servita la sua volontà, la sua determinazione e la sua voglia di mettersi in mostra fin dall’esordio. Non è bastata, soprattutto, la scelta tattica di Andrea Stramaccioni di schierarlo come interno sinistro nel terzetto di centrocampo. Tra l’altro, tutto sudamericano. Alvaro Pereira non ha deluso nella sua prima uscita ufficiale allo stadio ‘San Siro’. Eppure, la gara non era certo delle più semplici.
L’esterno uruguaiano ha giocato in un ruolo non suo, o quantomeno poco consono alle sue caratteristiche tecniche e atletiche. Ha sorpreso, al di là di tutto, per la sua corsa, a tratti dirompente, e per la sua energia. A conferma di una buona condizione fisica. Ma le ottime doti di Pereira non sono state utili, e non lo saranno in futuro, per sopperire ai grossi limiti qualitativi in mezzo al campo. Inconcludente e banale la manovra nerazzurra, ieri affidata ai piedi di Walter Gargano, un giocatore funzionale in fase di interdizione e di disturbo, non di certo se si vuol costruire gioco. Che è del tutto obbligatorio quando si gioca in casa, a prescindere dall’avversario.
Pereira è un buon acquisto, saprà rendersi utile per la causa. Ma non sarà mai l’uomo in più, quello della svolta. Della luce nel momento buio. Abbina corsa, impegno, sacrificio. Non qualità. O almeno quella che servirebbe a Strama per poter puntare a determinati traguardi. Quella qualità presente nella Juventus di Conte – inutile fare nomi – e nella Roma di Zeman. Loro, al momento, le maggiori candidate al titolo. E’ presto per tirare le somme, non per dare dei giudizi. La sconfitta di ieri brucia, inutile nasconderlo.
Raffaele Amato