INTER ZEMAN MAESTRO STRAMACCIONI ALLIEVO / MILANO – Inavvicinabile. Per chiunque, non solo per Stramaccioni. Lui e l’altro. Zdenek Zeman. Il maestro, il mago. Niente di tutto questo, forse. Zeman rappresenta il calcio, in tutta la sua essenza. Ha vinto tanto in carriera, a dispetto delle bugie dette da qualche alto dirigente. Ha vinto campionati in C, in B. Ha sempre dato un gioco alle sue squadre. Spettacolare, offensivo, senza limiti. Un’identità precisa. Con giocatori bravi o senza.
Il marchio inossidabile. Schemi, tattiche, il suo 4-3-3. Più che un modulo, uno stile di vita. Sempre all’attacco. La miglior difesa per Zeman e i suoi seguaci. Si perché ogni maestro ha i suoi cosiddetti discepoli. Tra questi, anche se non l’ha dichiarato così apertamente, c’è sicuramente il tecnico dell’Inter. Che è giovane, a differenza del boemo, e per questo meno esperto. Poco scaltro. Queste sue mancanze le ha pagate duramente domenica sera. Tatticamente, concedendo spesso e volentieri incredibili contropiedi alla squadra giallorossa. Abile a giocare lunga e senza punti di riferimento.
Con Totti, uno dei pochissimi fuoriclasse rimasti in Italia, dietro le punte o largo a sinistra. Costringendo a girare come una trottola Javier Zanetti. Strama contro Zeman, è stato il duello del nuovo e del vecchio. Quel vecchio che non passa mai di moda. Anzi. Il calcio del boemo è come il buon vino. Più invecchia e più diventa buono. Gli errori commessi dall’interista non sono irreparabili. Il campionato è ancora molto lungo. E sarà difficile per chiunque, affrontare una Roma così. Stramaccioni avrà tempo e modo di recuperare. Chissà. Magari un giorno l’allievo supererà il maestro.
Raffaele Amato