INTER, L’ERA DEI PICCOLETTI / MILANO – C’erano una volta i vatussi. In blocco, tutti nell’Inter. Materazzi, Vieira, Zlatan Ibrahimovic. C’erano, perché oggi hanno lasciato spazio, e campo, ai ‘sette nani’. Ai piccoletti. In nerazzurro ce ne sono cinque, almeno per ora. Il più basso è uno degli ultimi arrivati, Gargano. Che non va oltre i 169 centimetri. Uno in più, Nagatomo e Sneijder. Gambe corte, chi talento e fantasia, chi corsa e sacrificio. Si differenziano l’un l’altro. Completano il quintetto, i due brasiliani, Jonathan (171 cm) e Coutinho (172 cm), il più alto fra i bassi. Nota di merito per lui. La colonia dei piccoletti – un tempo dei brasiliani, oggi ancora degli argentini – potrebbe arricchirsi di un altro elemento. Tecnica sopraffina, giocate strabilianti. Nonché, forse soprattutto, playmaker di centrocampo, il classico regista. Juan Quintero. Dato come uno dei possibili rinforzi per il futuro. Anche il colombiano, acquistato dal Pescara in prestito con diritto di riscatto dall’Atlético Nacional, fa parte della schiera dei ‘corti ma furbi e svegli’. In poco tempo ha conquistato l’attenzione dei massimi club, non solo italiani. All’Inter starebbe benissimo, sarebbe il distributore di palloni ideale. Perfetto per un centrocampo composto solo da incontristi.
Quintero, l’uomo della providdenza. Meglio dire, l’ometto. Visto che non supera il metro e sessantotto. E’ un classe ’93, magari crescerà nei prossimi anni. Ma in fondo, che male c’è a esser bassi. L’importante è saper giocare bene a calcio. Vedi Messi, tanto per tenersi alti con gli esempi. Anzi no, vedi Verratti. Poco considerato nel nostro calcio, lasciato andare a Parigi senza troppe remore, dove nel giro di poco tempo ha conquistato Ancelotti e tifosi. Il fisico ha il suo valore, sarebbe sbagliato dire il contrario. Però, riflettiamo su una cosa: chi è il calciatore più forte di tutti i tempi? Non vorrei sbagliare, forse un argentino alto appena un metro e sessantacinque centimetri…
Raffaele Amato