Inter, domenica esame in ‘viola’: due squadre a confronto

Pereira, Samuel e Cassano (Getty Images)

INTER, DOMENICA ESAME IN VIOLA DUE SQUADRE A CONFRONTO /MILANO – Un punto le separa in classifica. Tre vittorie esterne, zero in casa. Un tonfo lontano dal ‘Franchi’, dove sono arrivati due successi. Pareggi contro Parma e Juventus. Ecco i ruolini di marcia di Inter e Fiorentina, che domenica sera allo stadio ‘San Siro’ si incontreranno per una sfida ricca di fascino e carica di aspettative. Da ambo le parti. Nella Milano nerazzurra c’è molta attesa, voglia di ripetere, nel risultato, la gara col Chievo. A Verona, la squadra di Stramaccioni ha ottenuto il massimo col minimo sforzo. Sulle dita di una mano potrebbero contarsi le occasioni da gol create ieri sera, dalle quali, però, sono scaturiti due gol. Pereira prima, e Cassano poi, hanno marchiato l’ennesima affermazione fuori i confini della Lombardia. Ma Strama e i suoi dovranno far di più. Migliorare sotto l’aspetto del gioco, ancora troppo farraginoso e lento per poter ambire quantomeno ai primi tre posti. Di fronte, ci sarà una Fiorentina bella da vedere, un po’ alla spagnola.

IL CONFRONTO – Gioca bene la squadra di Montella, profeta lontano dalla sua Roma. Amico del tecnico nerazzurro per i tracorsi nelle giovanili giallorosse. Scuole di pensiero assai analoghe. L’ex Aeroplanino non ha modificato un bel nulla del suo credo, a differenza di Stramaccioni, costretto dalle esigenze e dalla rosa a rimodellare come una plastilina la sua filosofia tattica, fedele solo per qualche mese al 4-3-1-2 o in alternativa al 4-2-3-1. Tiki taka viola a confronto con l’aggressività dell’Inter, che spera in futuro non molto lontano di utilizzare maggiormente le corsie esterne, oltre che almeno uno dei tre centrocampisti nella fase offensiva. L’assenza di un regista di spessore impedisce al mister interista di dare un’impostazione fluida e piacevole ai suoi, l’opposto di Montella. Che dispone di un Pizarro tornato a splendere. Seppur a tratti, rispetto ai tempi d’oro di Roma. Jovetic davanti che fa il bello e il cattivo tempo. Cassano all’altra sponda. Anche lui, tra pause e giocate sopraffine. Difese pressoché simili: ben cinque le reti incassate da Ranocchia e compagni (tutte in casa), quattro quelle dal reparto diretto con inaspettata maestria da Roncaglia.

MORATTI E LA CARTA MILITO – La partita la vincerà chi avrà maggior cinismo sotto porta: il possesso palla spesso non fa la differenza, non quanto il fiuto del gol degli attaccanti. L’Inter può contare su Diego Milito, e non è poco. Il Principe non vive il suo momento migliore, ma se chiamato alla guerra i suoi colpi saprà spararli sicuramente. Alla viola manca un terminale offensivo di un certo livello. Quest’ultimo aspetto potrebbe spostare gli equilibri di una gara che si annuncia scoppiettante. E decisiva. Moratti è stato chiaro, “ora dobbiamo vincere anche a ‘San Siro'”. Un appello, un messaggio del presidente nerazzurro al suo timoniere Stramaccioni. Da parte il modulo, o altre fissazioni degli allenatori. Domenica serviranno i tre punti, bel gioco o no.

 

Raffaele Amato

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