INTER, DICHIARAZIONI MASSIMO MORATTI FUTURO SOCIETA’ / MILANO – Se lo chiedono in molti. Dove arriverà questa Inter? Rispondere ora a questa domanda sarebbe dura per chiunque. La squadra nerazzurra, questo è fuori di dubbio, è ancora un cantiere aperto. Cambi di modulo e di interpreti, Stramaccioni non è stato ancora in grado di dare stabilità e sicurezza a tutto il gruppo, un bel po’ cambiato rispetto alla scorsa e maledetta stagione. Tanti nuovi acquisti, tanti i giocatori rimasti. Gli argentini, in particolare. Che restano l’ossatura dell’Inter, vecchiotta da una parte, giovane dall’altra. Il giusto mix invocato da Moratti quest’estate. Da amalgamare e rafforzare per poter restare aggrappati ai vertici del campionato fino alla fine. Gli obiettivi, però, sono abbastanza chiari. Il presidente, al termine del cda di ieri, li ha elencati tutti. Con chiarezza e decisione, senza inutili giri di parole che metterebbero solo in confusione i tifosi nerazzurri.
PROGETTO “VERO” – Programmazione, una linea retta per il futuro. Ingresso dei cinesi e stadio nuovo. Il patron cerca di smorzare facili entusiasmi: “Nel consiglio d’amministrazione c’è stato un pourparler generale – come riporta ‘Inter.it’ – Si è discusso di tutto: dell’impianto di proprietà e di altro, ma non è stato ufficializzato niente. E’ stato un Consiglio amichevole, composto da persone che partecipano da tanto tempo alla passione dell’Inter”. Questioni diplomatiche e finanziarie, lontano, insomma, da logiche prettamente calcistiche. L’argomento centrale, quello che interessa maggiormente all’opinione pubblica è uno solo. Qual è il vero progetto della società. Il Moratti di oggi non è più quello di un tempo, sono cambiate assai cose. In questo sport e nell’economia generale: “Sicuramente, non verranno fatti mai più acquisti alla Vieri – ha ribadito – Anni fa, sbagliammo tutto. Dovremmo migliorarci col passare del tempo, sempre con un occhio di riguardo al bilancio, ossia a questioni economiche e finanziarie. Muoverci con parsimonia, avendo come punto di riferimento sempre i conti. L’Inter dovrà stare attenta a non violare le regole Uefa e quelle di una normale gestione del club”. Rinnovare e cambiare una rosa in cui gravitano ancora elementi con ingaggi assai dispendiosi e con un’età non più giovane. Ed è proprio dai giovani che vorrebbe – per ora solo nelle intenzioni – ripartire Massimo Moratti. Da quelli del Settore Giovanile, vincente sì, ma che finora non ha dato un benché minimo di contributo alla prima squadra: “La società ha sviluppato benissimo un certo tipo di progetto con i calciatori delle nostre giovanili, dalle quali sono sbocciati ragazzi interessanti e di buone prospettive. Quello che è importante è valorizzare poi questi giocatori a livello di prima squadra, cioè aiutare l’ambiente a capire che possono avere una chance, in Inghilterra è prassi di ogni club agire in questo modo. Ci muoveremo diversamente rispetto al passato, andando dritti per questa nuova direzione”.
FIDUCIA IN STRAMA – E’ stata una scelta coraggiosa ma importante, significativa per il futuro. Moratti ha affidato ad Andrea Stramaccioni il rilancio della sua Inter. Che pian piano crescerà – almeno il patron lo spera – grazie alle capacità del giovane tecnico: “Essendo giovane, Strama potrà aiutarci nel progetto di potenziamento dei nostri talenti. E’ bravo, se ne intende di certe dinamiche, ho fiducia in lui“. Domenica sera in casa dei nerazzurri arriverà la Fiorentina di Vincenzo Montella, tecnico stimato dal presidente, nonché grande amico di Stramaccioni: “E’ una squadra forte, la migliore vista finora come gioco espresso. Dovremo fare la nostra partita, senza particolari timori. Montella è davvero bravo, ha più esperienza rispetto al nostro allenatore, che in realtà potrebbe supplire all’inesperienza grazie alla sua notevole intelligenza“. No ai Vieri, no alle grandi spese. L’Inter è stata coinvolta appieno dalla crisi economica. Me è con poche risorse che vengono fuori bravura e ingegno. Il tempo ci dirà se nella società nerazzurra si è solo predicato bene e poi razzolato male, o se alle belle parole ha fatto seguito per davvero un progetto chiaro e concreto.
Raffaele Amato
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