INTER, UN’ANTICA RIVALSA NEL DERBY D’ITALIA / MILANO – Totti un giorno disse: “Con lui non farei mai a botte”. A quei tempi era già uno dei migliori difensori al mondo. In fondo, nel corso degli anni non è cambiato di una virgola. Sempre freddo, timido. Questo fuori dal campo, perché sul terreno di gioco si trasforma. Occhi di giaccio, concentrato e attento a ogni minimo movimento dell’avversario. Era il muro della Roma, dal 2005 il The Wall (detto così fa più effetto, ndr) dell’Inter. Walter Samuel, un nome una garanzia. Sembra una frase fatta, un classico da parlantina calcistica. Non proprio, almeno in questo caso. Perché la rinascita della squadra di Stramaccioni è passata anche dalla sua: dieci presenze in questo inizio di stagione, un gol nella partita più importante. Il derby. Già, proprio un altro – di derby – ci sarà domani sera. La cornice è di quelle toste, belle, importanti. Juventus Stadium, Juventus, soprattutto. La capolista, insomma. Partita speciale, la sfida nella sfida fra due rivali storiche, fra due società – diciamocela tutta – in perenne lite tra loro, fra due tifoserie che si odiano fin dagli albori di questo sport.
E’, perché ci piace, la serata delle rivalse. Una in particolare. Segreta, forse in pochi la conoscono. Samuel, vi ricordo, il muro. Contro il guerriero della panchina bianconera. Che in panchina non potrà esserci, come da alcuni mesi a questa parte a causa di una squalifica per le note vicende legate a scommessopoli. E’, Samuel contro Antonio Conte. L’episodio: Roma-Juve di molti anni fa (come ricorda ‘Il Giornale’), il leader-gregario dei bianconeri va come un treno contro il povero Samuel. Lo scontro è durissimo, da sfasciar tutto. L’attuale mister zebrato, allora divoratore di zolle della mediana, andò a tendergli la mano, come un bambino che chiede scusa alla mamma per la marachella commessa: “Ma quale mano? La prossima volta prendi il pallone“, la risposta del freddo.
Altri tempi, altro calcio. Sissignore. Da quel giorno in poi, è nata una rivalità, estemporanea certo a quella storica tra Inter e Juve. L’occasione è quella buona, allora. Stringersi la mano, chiudere la questione e guardare avanti. O no? “Quello fu un episodio isolato – ha ricordato Samuel – Sul campo queste cose succedono abitualmente, ora è tutto dimenticato“. Facciam finta di crederci. I dissapori mettiamoli nel frigorifero per un attimo, parliamo della partita: “Loro hanno carattere, trasmesso dall’allenatore (allora Conte è una fissa?) – Ma hanno anche una bella impronta di gioco. Noi siamo secondi in classifica, qualcosa vorrà pur dire”. Aprile 2005, ultima vittoria nerazzurra in casa juventina firmata Julio Cruz. C’era ancora la tivù in bianco e nero: “Non sono preoccupato da questo dato statistico, più di una volta ci abbiam provato a vincere. Certo, stavolta sarebbe davvero bello trionfare nel loro stadio”. Servirà tanta grinta per conquistare i tre punti: “Il furore agonistico serve sempre – ha spiegato in conclusione Samuel – Con quel trio davanti, tutto è possibile”.
Raffaele Amato