INTER, CINESI SOCIETA’ MORATTI / MILANO – Lo so, è una frase spesso usata, ma molto antipatica. Però bisogna dirla, la circostanza ce lo impone. “Noi ve l’avevamo detto”, anzi peggio, “noi ve l’avevamo anticipato” (rileggi qui – rileggi qui). Noi di Interlive.it veniamo in soccorso anche a chi è un po’ allergico ai link testuali e, cosa frequente, alla verità. Le persone, purtroppo, ascoltano solo quello che conviene a loro, ma son sicuro che in giro esisteranno anche, nel nostro caso tifosi dotati di ottima salute, quella non deve mancare mai, e di buona, meglio spiccata intelligenza.
La questione è semplice nella sua complessità: il primo di agosto, l’Inter rese ufficiale, pubblicò un comunicato sul proprio sito, due accordi: il primo, con la China Construction Corporation per la costruzione di un nuovo stadio – entro il 2017 – il secondo, quello finito poi sotto la nostra perfida ma sagace lente d’ingrandimento, con un certo Kenneth Huang, spacciato perché spacciatosi, non si sa da chi e per come, come un grande appassionato di sport, calcio e basket in particolare, nonché, addirittura, proprietario in minoranza dei Cleveland Cavs, squadra dell’NBA. Entrambi gli accordi, venduti in pasto al pubblico con eccessivo entusiasmo, pare stiano definitivamente sfumando (come riportano ‘Repubblica’ e ‘La Gazzetta dello Sport’), ipotesi paventata già alcune settimane fa da Interlive.it. I motivi sono chiari: per ciò che concerne il nuovo stadio, la CRCC sembrerebbe essere impossibilitata all’investimento a causa delle duri legge imposte alle società dalla Repubblica Popolare Cinese, che di fatto impediscono loro di versare capitali in aziende o similari straniere.
Sull’altro fronte, quello riconducibile al tanto decantato ingresso in società, con l’acquisto del 15% delle quote da parte di Kenny Huang, la nota dolente è ancor più limpida. Il motivo per il quale il cosidetto ‘closing‘ non sarebbe ancora avvenuto è uno solo: in Corso Vittorio Emanuele non hanno ancora visto nemmeno un centesimo dei 55 milioni proposti teoricamente dal faccendiere con gli occhi a mandorla. In più, come sottolinea ‘Repubblica’ di lui si sarebbero perse persino le traccia. Sparito nel nulla, a niente pare sia servita la missione alla ‘Marco Polo’ del dg Fassone. Tutto è sfumato, o almeno così sembra. La brutta figura, a questo punto, è dietro l’angolo. Se solo Moratti si fosse informato prima, tutto questo non sarebbe mai successo, noi comunque speriamo di sbagliarci. Ne dubito. Ça va sans dire.
Raffaele Amato