CALCIOMERCATO INTER DOPO SNEIJDER CHI AL SUO POSTO / MILANO – Il vetro del fuoristrada è pulito, immacolato. Lo sguardo del personaggio in questione è cupo, riflessivo. Non è un periodo facile, né per Sneijder né per l’Inter. Qualcosa fra l’olandese e la società nerazzurra si è rotto, potremmo tranquillamente dire per sempre. Perché quel calciatore tanto ammirato, applaudito, idolatrato nel 2010 è sparito nel nulla, senza lasciare una benché minima traccia di sé. Si è eclissato al pari di quella straordinaria squadra del triplete, al pari dei vari Cambiasso, Samuel, Zanetti e Milito. Quattro che ancora sudano e onorano i colori del cielo e della notte, seppur con assai meno brillantezza, colpa esclusivamente di un’età che avanza sempre troppo frettolosamente, più veloce dei sogni dei propri beniamini. Per loro c’è ancora spazio al campo d’allenamento, così come sul prato verde del ‘Meazza’; a Sneijder non vien vietato nulla di tutto ciò, ci mancherebbe. Vien proibito, anche se inconsciamente e senza alcun pregiudizio.
Nel buono, si potrebbe dire che il numero 10 di Utrecht, città turistica dei Paesi Bassi, ad appena 35 chilometri da Amsterdam, sia ormai fuori dal ‘progetto‘ interista, sebbene qualcuno servo e servile che affermi il contrario c’è. Vogliamo, vorremmo, poter stabilire, sommariamente, il prezzo del calciatore, un tempo non lontanissimo ma nemmeno vicino, trascinatore e leader, ora un peso tecnico e tattico, oltre che economico. L’impresa è però molto ardua: dieci, quindici, venti milioni. Dipende dal numero di corteggiatori e dal potere finanziario di essi. Se partirà, se andrà via una volta per tutte, chi prenderà il suo posto, chi raccoglierà la sua eredità?
Il ricciolone tascabile dello Shakhtar, William, per chi è poco avvezzo a memorizzare i nomi; Markovic, la stellina del Partizan; Eriksen dell’Ajax, poco più che ventenne tuttavia costoso e pressoché imprendibile; Quintero del Pescara, da accostare per forza di notizie all’Inter, ma che nulla a che vedere con Sneijder; Roman Eremenko del Rubin, profeta in Patria non in Europa, ha giocato in Italia per tre stagioni, dal 2005 al 2008 con Udinese e Siena. Probabilmente, per un motivo e per un altro, nessuno di questi riuscirebbe a sostituire il fantasista in questione, quello del 2010, ovviamente. L’Inter potrebbe puntare su chi ha già in casa: Coutinho, soprattutto. C’è chi fa o ha fatto in tempi non sospetti il nome di Alvarez, bravino tecnicamente, e basta. Ci vuol personalità, oltre che bravura. Si può vincere anche senza trequartista, in fin dei conti. A Stramaccioni, abile a parole e nei fatti, urgerebbe più un grande centrocampista, uno d’altri tempi, geniale e scaltro. Per intenderci, un Lothar Matthaus.
Raffaele Amato