INTER GUARIN SQUALIFICATO IMPETO COLOMBIANO/ MILANO – A tutto c’è una spiegazione, anche ai gesti o alle parole fuori posto. Guarin è stato squalificato per un turno dal Giudice Sportivo perché al termine della partita con la Lazio ha assunto un atteggiamento aggressivo e intimidatorio nei confronti di un Assistente, venendo quindi trattenuto e allontanato da un dirigente della propria Società; papale papale, come recita il comunicato di Tosel. Ma come mai, il colombiano ha avuto una reazione così scomposta al fischio finale? Galeotto fu il fallo non sanzionatogli dall’arbitro Mazzoleni al 94′: dopo un paio di dribbling a mo’ di Tomba (Alberto, eh), il giaguaro nerazzurro è stato spinto malignamente da Sergio Floccari al limite d’area; a quel punto, Guarin si aspettava il fischio arbitrale e una consequenziale punizione dal limite, seppur in posizione un po’ defilata. Ciò non è avvenuto, anzi, un istante dopo Mazzoleni ha poi decretato la fine delle ostilità; in quel preciso attimo, l’impeto e la rabbia del suddetto calciatore hanno preso il sopravvento sulla ragione: le proteste del centrocampista si sono riversate tutte su Di Liberatore, il guardialinee che, pur trovandosi in ottima posizione, non ha ravvisato l’infrazione dell’attaccante laziale ai suoi danni. Cassano e poi Rapetti (responsabile dei preparatori atletici) han cercato di placare il Guaro furioso: inutilmente! Il ricorso dell’Inter si basa su un elemento (strano) in particolare: l’atteggiamento intimidatorio di Guarin non è stato rilevato dal sopracitato Di Liberatore (il co-protagonista del misfatto), bensì da un arbitro d’area, se vogliamo estraneo alla accesa ‘discussione’. Oltre al danno, la beffa.
Raffaele Amato