INTER, NUMERI E RECORD ESTEBAN CAMBIASSO / MILANO – Portatelo in trionfo, ma si che vi frega! Innalzatelo, abbracciatelo, elogiatelo. Non è il capitano, ma quasi. Esteban Cambiasso, parlar male o bene. Purché se ne parli. All’Inter dal 2004, consigliato da Capello a Moratti, bloccato molti mesi prima della scadenza del suo contratto col Real Madrid. Nato mezzapunta, col tempo ha fatto qualche passo indietro sul campo, tanti in avanti sotto l’aspetto tecnico e caratteriale. Mancini l’ha forgiato, piazzandolo stabilmente al centro del campo a copertura della difesa; Mourinho l’ha portato al top, in larga parte è avvenuto anche l’esatto contrario. Tempeste, diluvi, esoneri di allenatori e ripulisti di calciatori. L’argentino con la testa pelata, all’inizio dell’avventura nerazzurra aveva solo un ciuffetto di capelli in testa (orribile!), è rimasto sempre lì, lì nel mezzo, come canta Ligabue nella sua “Vita da mediano”. Nel mezzo, ma anche un po’ più dietro. Lo chiamano fin da quando era piccolo, il ‘Cuchu‘: “Ero piccolo, magro e biondo come un personaggio televisivo di nome Cuchuflito. Così nel club (Argentinos Jrs) mi diedero questo soprannome, storpiato poi in ‘Cuchu”, questa la spiegazione data in passato (è sul suo sito) dal centrocampista interista. Stramaccioni, non è stato l’unico, l’ha utilizzato anche come centrale di difesa, dove il ‘Cuchugrande’ ha brillato per senso della posizione e per capacità di guidare, senza particolari affanni, un reparto così delicato e decisivo come quello arretrato. Il giovane allenatore (milanes d’adozione), dimostrandosi profondo conoscitore del calcio a tutto tondo e a tutti schemi, ha impiegato il campione albiceleste anche nel ruolo di centromediano del cosiddetto ‘metodo’ di Vittorio Pozzo, il giornalista-c.t. che vinse due Mondiali consecutivi alla guida della nazionale italiana (1934-38) e le Olimpiadi di Berlino ’36; oltre a due Coppe Inmternazionali, l’antico campionato europeo.
UBRIACHI DI NUMERI… E RECORD – C’è il rischio che vi venga un mal di testa! Cambiasso è uno dei migliori campioni che il calcio argentino abbia prodotto nell’ultimo decennio. E non per partito preso, per tifo o per altre fanaticherie di partito. Nossignori. Lo dicono i numeri e i record. L’argentino, con la Coppa Italia vinta nel 2011, è il giocatore argentino ad aver conquistato più titoli nella storia: ben 23! Meglio dell’illustrissimo Di Stéfano (22), durato 47 anni – come ricordato da ‘Olé’ – e di… rullo di tamburi: Leo Messi. Il pulcino che fa gol a valanga è fermo, ancora per poco, a 21 titoli. Il record è destinato a essere eguagliato e superato dal folletto del Barcellona, a meno di un nuovo triplete nerazzurro. Cambiasso è anche il calciatore con maggior minutaggio in casa Inter: 2151 minuti (27 presenze), più del bionico Zanetti (2151 – 26 presenze). Duello tra uomini e calciatori straordinari. Non lasciatelo cadere, cari tifosi. Tenetelo sempre in alto, al ‘Cuchu’. Grande, immenso.
Raffaele Amato