INTER, PARLA ANDREA STRAMACCIONI / MILANO – Un caffè. Più tipo da birra, lui. Birra e panino. Semplice, Stramaccioni. Entusiasmo da vendere, una carriera, si spera, lunga e vincente. Alla faccia delle malelingue. Errori ne ha commessi, ne commetterà. Ma chi non sbaglia nella vita, così come nel calcio. Nessuno è invincibile, tantomeno un ‘Normal One’, definizione di se stesso che si è dato al termine della gara vinta col Napoli. Ma la più bella, la più speciale di tutte è un’altra partita; il derby, signore e signori: “È stata una sfida vinta con qualità che andavano al di là di quelle tecnico e tattiche: dopo l’espulsione di Nagatomo siamo rimasti in dieci, l’inerzia della gara era cambiata ed è stato in quel momento, forse, che l’Inter ha tirato fuori qualcosa di inaspettato, qualcosa che prima di quel giorno non aveva ancora dimostrato di avere – ha dichiarato Stramaccioni a ‘Inter Channel’ – Cuore, compattezza e ‘unione tra i giocatori: voglia di vincere e di non soccombere davanti a niente e nessuno”. Col dodicesimo uomo, anche lui inaspettato essendo tra l’altro anche in minoranza: “La Curva ci ha spinto sempre e fino al fischio finale, grandissimi!”
IL CONSIGLIO DELL’AMICO… GIALLOROSSO – Chiama Moratti: “Andrea vieni in sede: sei il nuovo allenatore dell’Inter”. Apriti cielo e danze. Batticuore, gioia: “Prima di andare al famoso incontro con il presidente per discutere della prima squadra, che a dire la verità mi prese un po’ alla sprovvista – ammette il tecnico – Voi mi conoscete bene: io non ho procuratori o agenti, ma solo persone fidate o amici di lungo corso. Nel taxi che mi portava in quell’ufficio, ho telefonato a Bruno Conti che, come aveva fatto tantissime altre volte dandomi tanti consigli, mi ha detto: ‘André non ci pensà neanche un minuto in più! Vai, non preoccuparti: anche i grandi campioni dell’Inter riusciranno a capire e ad aprezzare le tue enormi qualità tecniche e umane. Questo consiglio mi ha dato una forza incredibile perchè in quel momento non potevo chiamare né mio padre (ne capisce poco di calcio, ndr) nè mia madre. Bruno Conti è una persona importantissima per me”, ha concluso Andrea Stramaccioni.
Raffaele Amato
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