LEGA SERIE A ALLEANZA INTER JUVENTUS BERETTA / MILANO – Andare a braccetto; per entrambe sarà stata dura, lo sarà ancor di più se la linea di intolleranza verso il vecchio sistema dovesse andare avanti a oltranza. Ci crediamo poco. Maurizio Beretta è stato confermato, dopo una prima votazione andata a farsi benedire (nel gergo, invalidata), come presidente della Lega serie A. Da dimissionario annunciato (più o meno un anno fa), il responsabile della comunicazione del gruppo Unicredit, verosimilmente quando troverà il tempo presiederà anche la Lega, ormai saldamente nelle mani di Adriano Galliani, nominato come vice, e Claudio Lotito; il patron della Lazio spadroneggia in ogni dove, dalla Lega Pro, dove c’è la sua Salernitana, fino, appunto, a quella della massima serie; da ieri è uno dei due consiglieri federali, l’altro è Pulvirenti. Contro la rielezione di Beretta, hanno votato contro le tre big Inter Juventus e Roma (14 voti per Beretta, 2 schede bianche e 4 nulle). Una triplice alleanza, una simbiosi inaspettata tra Moratti e Agnelli, anche se da tempo i due osteggiavano con forza e con parole, e in parte anche con fatti, la cementificazione di una gestione logora e inconcludente, anacronistica, con il potere sempre fra le mani di Galliani – appoggiato dalla stessa Inter spesso e volentieri in passato- e del ‘Robin Hood’, quello finto, del terzo millennio: Claudio Lotito: entrambi hanno appoggiato il banchiere Beretta. Il figlio di Moratti, Angelomario, al termine dell’assemblea è stato sintetico ma chiaro: “Oggi si è deciso di sposare ancora la vecchia mentalità – ‘Ansa.it’ – È indicativo che tre delle quattro società più importanti d’Italia siano fuori dal Consiglio di Lega. Questo è un pericolo per la crescita. Con la conferma di Beretta noi ci auguriamo che si facciano le riforme che devono essere fatte. Stiamo lì e aspettiamo”. Il calcio italiano sta andando a rotoli, purtroppo molto velocemente.
Raffaele Amato
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