INTER SOCIETA’ FUTURO STRAMACCIONI / MILANO – Un esonerato che allena. Riflessione dura, ma che purtroppo rispecchia la realtà. Cruda, amara, sospettabile da tempo. Andrea Stramaccioni non sarà l’allenatore dell’Inter nella prossima stagione. Moratti, nella sua consueta e non sempre comprensibile analisi post-partita, ha praticamente preso a pugni, virtualmente, il suo giovane tecnico. Una sua scommessa, e quindi, un suo fallimento. La penosa prestazione contro il Bologna, vittorioso al ‘Meazza’ senza eccessivi affanni, ha fatto sì che crollassero tutte le, diciamo scarne, convinzioni presidenziali sul mister romano, ormai in visibile confusione, come dimostrato negli ultimi mesi e, soprattutto, nella gara contro i rossoblu. Stramaccioni, dopo l’ascesa culminata con il successo sorprendente sulla Juventus, è crollato negli abissi della mediocrità, aiutato peraltro dalla dissolutezza tecnica e organizzativa di una società assente, al cui interno vi è una lotta fratricida che coinvolge le cariche più alte, e che inevitabilmente destabilizza e ha destabilizzato il giovane e poco esperto allenatore, ora in burrasca dopo le continue e pesanti sconfitte contro squadre non di primissima fascia.
Stramaccioni ha fallito come e dove altri suoi colleghi in passato: su tutti, Ranieri. Ha, come il vecchio aggiustatore, portato avanti scelte e direttive della società senza quasi mai batter ciglio, non imponendo sue convinzioni sul mercato, tranne qualche rara eccezione, puntando di fatto su giocatori dalle carriere pressoché chiuse, ma ancora saldamente e, spesso, con presunzione – perché non ‘contrastati’ dal polso duro del club – al timone di uno spogliatoio storicamente difficile, elettrico. In poco meno di un anno, non ha saputo dare un pizzico di gioco alla sua Inter, né una precisa identità: troppi gli stravolgimenti tattici (almeno sette avvicendamenti di modulo), e i cambi di formazione, non sempre avvenuti per esigenze di rosa: falcidiata, perché composta da professionisti fisicamente logori, da infortuni di ogni tipo con tempi di recupero indefiniti. Antico problema.
Non è possibile, ora, cambiare per intero dirigenza e parco giocatori, come da logica. E’ possibile, però, mettere un ‘tappo’ al complicato momento. Esonerando Stramaccioni, oramai in totale confusione e privo dell’appoggio dei suoi giocatori, affidando l’Inter a un valido traghettatore. Che possa, ridando ordine e compattezza al gruppo, finire al meglio questo campionato. Provando, magari, a lottare fino alla fine per raggiungere il desiderato e attualmente utopistico terzo posto. Dolorosa ma necessaria scelta, poi a giugno via i ‘veri’ rami secchi.
Raffaele Amato
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