CALCIOMERCATO INTER CONCLAVE MORATTI ALLENATORE / MILANO – Serve un unico voto: il suo. Solo il presidente, stavolta, e nessun’altro. Che si scansino direttori e affini, o consiglieri da strapazzo. E’ Moratti che decide, punto e a capo. L’allenatore giusto, da Inter. Vecchio o giovane, poco importa. Capace, anzitutto, di spodestare i ‘tromboni’ dello spogliatoio, ammesso che ce ne siano, e di metter su, presto, una squadra capace di esprimere un gioco concreto, senza fronzoli all’olandese o al tiki-taka. Stramaccioni resta, a meno di ulteriori capitomboli di marzo, che sappiamo tutti quanto sia ‘pazzo’. Pazza è l’Inter, per natura, confusionario è il giovane allenatore, il cui subconscio vorrebbe dire, fare, esplodere. Ma non può. C’è da salvaguardare il posto, il suo, e sperare di acciuffarne un altro: il terzo. Comunque vada, forse, sarà un insuccesso. Per le sue ambizioni, e perché Moratti ha capito che è necessario cambiare. La panchina, a chi? A uno dei fantastici quattro: Mazzarri (in pole), antipatico alla Lippi, vincente in provincia, meno a Napoli. Poi Lucescu, il sogno. Saggio e volpone, un maestro che potrebbe per davvero scacciare i ‘senatori’ per puntare, finalmente, su giocatori nuovi e integri. Nelle retrovie, Blanc e Mihajlovic. Due nomi sempre in auge: il primo, con aplomb francese, è una antica fiamma; il secondo, con la grinta dell’est, è amatissimo dal presidente aspirante rivoluzionario (non dai dirigenti), attualmente dirige la nazionale serba, ma chissà come risponderebbe a un’eventuale ri-chiamata (la prima è avvenuta già nell’estate 2011) del suo passato presidente. Quattro nomi, speranze e suggestioni. Il ‘Conclave‘ di Moratti è solo all’inizio, per ora la fumata è nerissima.
Raffaele Amato