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Inter-Tottenham, Stramaccioni: “Mi riconosco una sola qualità. Se perdiamo con la Samp…”

Stramaccioni in conferenza stampa (Getty Images)

INTER-TOTTENHAM, LIVE CONFERENZA STAMPA STRAMACCIONI / MILANO – Onorare l‘Europa League fino in fondo. Il 3-0 subito all’andata lascia pochissime speranze all’Inter di accedere ai quarti di finale, ma nel ritorno casalingo contro il Tottenham i nerazzurri vogliono fermare l’emorragia di sconfitte e reagire in vista degli ultimi due mesi di stagione. Ecco le parole di Andrea Stramaccioni nella conferenza stampa della vigilia riportate in tempo reale da Interlive.it

Come affronterete il match di ritorno col Tottenham dopo il 3-0 patito all’andata?
“Abbiamo il dovere di pensare solo a questa gara e mettere grande impegno in questa partita. Abbiamo tanta voglia di fare bene, poi sappiamo qual è la nostra situazione in Europa League con una lista di giocatori limitata. Ma il calcio è strano e domani vedremo anche se il 3-0 è difficile da ribaltare. Sappiamo tutti l’importanza delle ultime dieci di campionato, ma domani la testa è solo al Tottenham, vogliamo fare bene davanti ai nostri tifosi: vogliamo vincere la partita, poi per passare il turno ci vorrà un po’ di fortuna

Il momento è delicato, però: lo ha confermato anche Chivu ieri…

“Dentro lo spogliatoio la pensiamo tutti nello stesso modo: non sono d’accordo con Chivu, ma è vero che ora ci riesce poco e giochiamo male. Sta a me far ritrovare al gruppo le sicurezze in campo che non le permettono di esprimersi. Il primo tempo col Bologna è stato molto negativo perché eravamo bloccati nella testa. Il mio compito è far tesoro di questa situazione che non piace a nessuno: a sfasciare tutto ci vuole un secondo, il difficile è affrontare quello che non va. Cristian ha fatto un gesto da uomo vero ad essere qui, mi assumo le responsabilità perché le colpe sono soprattutto le mie”.

Dieci giornate alla fine del campionato, cosa potrà accadere ancora?
“Ci aspetta un mini campionato, ma io vedo il bicchiere mezzo pieno, per i processi c’è tempo. Dobbiamo gestire le energie, ma alcuni giocatori dovranno fare gli straordinari domani. Serenità? Io parlerei di lucidità e un allenatore non deve perderla. L’unica qualità che mi riconosco è il lavoro sul campo, ma io sono benificiario di una situazione difficile che lo scorso anno mi portò ad allenare in Serie A. Sarei preoccupato solo se non avessi visto i giocatori vogliosi di girare questo periodo”.

Moratti è apparso molto arrabbiato nella sua ultima uscita pubblica: e se andasse male anche con la Sampdoria?

“Il presidente è giustamente arrabbiato con tutti e lo siamo anche noi. Non credo che a Genova sia la mia ultima spiaggia, la mia sensazione è che verrò giudicato dal presidente a fine stagione, sento il suo sostegno soprattutto nei momenti difficili, poi è lui che decide. Per l’Europa League servono più energie che in Champions finchè non cambierà il calendario: giocare giovedì notte incide molto sulla domenica, poi noi abbiamo iniziato la stagione prima di tutti, per non parlare degli infortuni. Se dovessi rifare l’Europa League la gestirei in modo diverso, ma speriamo di fare la Champions”.

Il progetto va avanti? Le ci crede ancora?
“La cosa più difficile non è mettere su il progetto, ma difenderlo quando non va bene: quello che ci dà fastidio sono gli alti e bassi. L’obiettivo resta il terzo posto, ma è come se ci fossimo smarriti e questo ci fa rabbia: dobbiamo ritrovare le sicurezze all’interno dello spogliatoio. Il mio futuro è giustamente legato ai risultati, ma di una stagione non di una partita, poi ripeto: decide il presidente. Per carattere non mi arrenderò mai, sono concentrato a dare tutto quello che ho e quel poco che so fare sul campo”.

Pentito di aver preso l’Inter?

“E’ normale che quando arrivi così in alto ci sono momenti positivi e negativi: ora le critiche sono feroci, ma la mia voglia di far bene è la stessa. Non mi esaltavo quando si scriveva che ero molto bravo e non mi butto giù adesso. Sono convinto del lavoro sul campo e della professionalità dei miei giocatori: se domenica fosse stata l’ultima di campionato non sarei soddisfatto, ma mancano ancora 10 giornate. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche, abbassare la testa e lavorare. Io pagherei per fare risultato domani e poi in campionato, non per continuare ad avere alti e bassi, sono convinto che domani daremo una risposta sul campo e che domenica faremo punti contro la Sampdoria“.
Maurizio

Sono nato nel 1982, da sempre appassionato al calcio, praticato e raccontato in tutte le sue forme: da giocatore e da arbitro in campo, da giornalista sin dal 2009. Numeri, curiosità, retroscena e non solo del calciomercato mi hanno portato a fare della passione una professione.

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Maurizio

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