Inter, Zanetti: “Non abbiamo più alibi. Mi arrabbio quando…”

Javier Zanetti (Getty Images)

INTER JAVIER ZANETTI SFIDA JUVENTUS / MILANO – Sempre in prima linea, Saverio. Ci mette la faccia, lui: mite, riservato, capitano di lungo corso di molte, moltissime battaglie sportive. Tanti derby d’Italia giocati in carriera, alcuni vinti, alcuni persi. Domani, forse, il più delicato, perché c’è una stagione da salvare, e un terzo posto da conquistare. Obiettivo difficile, il piazzamento Champions League: “Contro la Juventus è una partita storica, ogni calciatore vorrebbe giocare queste sfide così importanti”. 1-3 nella gara d’andata, poi il crollo dell’Inter: “Dopo quella vittoria tutti noi credevamo nello scudetto, poi i tanti infortuni hanno intralciato in modo negativo il nostro cammino – ha dichiarato ai microfoni di ‘Tuttosport’ -. Adesso l’obiettivo è il terzo posto“. Dal 1998, match al veleno con strascichi di polemiche senza precedenti, poi negli anni a venire la giustizia sportiva ha dato luce agli ‘imbrogli’ sottobanco della dirigenza bianconera (e non solo), agli ultimi duelli pre e post-calciopoli: “Ricordo con piacere due successi: la Supercoppa vinta a Torino con gol di Veron, e il 2-0 nel 2010 con il gran sigillo di Maicon“.

Amarcord speciale, anzi ‘Special’; Conte e Mourinho, è vero che tra loro c’è una certa somiglianza (non estetica, ndr)? “José ha già vinto tutto, Antonio sta iniziando ora: il mister juventino era un superbo lottatore da giocatore, ora come tecnico lo conosco poco: però la Juventus ha nel dna il suo forte carattere. Un po’ come Diego Simeone, o come lo stesso Cambiasso: il ‘Cuchu’, almeno secondo me, potebbe avere un grande futuro come allenatore”. Discorsi futili, questi. Domani c’è la gara della vita, Vucinic dixit, una sfida a cui Moratti tiene tantissimo: “Il presidente vuole che la squadra faccia meglio. E’ arrabbiato? Be’, lo siamo anche noi. Però bisogna essere consapevoli che noi abbiamo intrapreso un nuovo percorso, ci vorrà del tempo per costruire qualcosa di davvero importante: ma questo non deve essere assolutamente un alibi per noi”.

Talenti e giocatori in grado di fare la differenza l’Inter li ha. Cassano, Kovacic, per citare due nomi: “L’altro giorno pensavo a una cosa: ho quasi 40 anni e ho giocato circa 40 partite pur avendo al mio fianco compagni giovanissimi. Questo aspetto mi rende orgoglioso. Kovacic ha capito, soprattutto nella gara col Tottenham, che l’Inter non si dà mai per vinta, che non molla mai. A Cassano piace scherzare, ma al di là di tutto credo che lui si trovi bene alla Pinetina”. La cosa che ti fa arrabbiare di più?: “Il giudizio troppo volubile su noi ‘senatori’: se vinciamo siamo straordinari, se perdiamo siamo troppo vecchi“. Vincere domani, l’imperativo nerazzurro: ma i tifosi dovranno aspettare ancora molto per vedere l’Inter tornare a conquistare grandi trofei? “Mi auguro di no, io mi fido dei nostri giovani“, ha concluso Javier Zanetti.

 

Raffaele Amato

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