Inter, non è cambiato nulla

Andrea Stramaccioni (Getty Images)

INTER STRAMACCIONI RISULTATI CLASSIFICA/ MILANO – Chi può dire il contrario? Nessuno, o quasi. Forse solo chi ha i prosciutti sugli occhi. Non diciamo altro, per carità. Ma l’Inter in un anno non è cambiata affatto. Anzitutto i risultati: alla 30esima della stagione 2011-2012 la compagine nerazzurra disponeva di 44 punti, ed era a meno sette lunghezze dal tanto agognato terzo posto. A meno quattro, addirittura, dalla quarta piazza, allora valevole per l’accesso in Champions League. Alla stessa giornata, dodici mesi dopo, seppur con una partita da recuperare, ne ha ben dieci in meno del Milan, solitario al terzo posto. Insomma, non è cambiato nulla. Stramaccioni è salito in cattedra dopo la sconfitta a Torino contro la Juventus della sfilacciata e sfiduciata banda di Ranieri: domenica, dopo l’alzata di bandiera bianca contro l’avversaria zebrata (destino fatale), si è forse scritto l’ultimo capitolo dell’avventura sulla panchina del ‘biscione’ del fortunato e poco incisivo tecnico romano, salito sul trespolo troppo in fretta per non pronosticare una caduta così libera e netta.

Da qui al termine della disgraziata stagione, ancora in parte recuperabile, mancano nove partite: l’Inter si gioca tutto, e di più, quest’oggi a Genova contro la Sampdoria, e domenica sera in casa con l’Atalanta. Gare verità, insomma, ma anche decisive per Stramaccioni e per buona parte dei giocatori: inutile discutere sui dirigenti, probabilmente il clemente patron li salverà anche stavolta. Non c’è da fidarsi, comunque, oltre il dovuto. Perché anche se la ‘Beneamata’ riuscisse a ottenere sei punti su sei, toccherà sperare nel contempo in un tracollo di Milan, Napoli e Fiorentina. Impegnate, oltretutto, in incroci spartiacque per il piazzamento Champions. Rossoneri e viola si sfideranno a duello domenica all’ora di pranzo, mentre gli azzurri di Mazzarri se la dovranno vedere con il Genoa in piena lotta salvezza. Nella prossima giornata, senz’altro, avverrà un determinante giro di boa, da dove usciranno vinti e vincitori. Fallimento o speranza: Stramaccioni, per fugare ogni dubbio, spera di attaccarsi alla seconda ipotesi. Lui, che il giocattolo nerazzurro lo ha cambiato poco o niente.

Non ha valorizzato e integrato nessun giovane, fatta eccezione per le fugaci apparizioni dei vari Benassi, Romanò e Garritano. Non ha dato un’identità precisa alla sua squadra, che tutt’ora si regge sulle giocate dei ‘singoli’: sempre confusionaria e farraginosa, proprio come le sue scelte. Aveva iniziato col piglio giusto l’annata, poi si è ‘spento’ strada facendo; livellandosi sulla scia dei suoi predecessori, aziendalisti e con scarsa autorevolezza nello spogliatoio e all’interno della società. Appunto, la società: anch’essa è rimasta la stessa. Senza un manager in grado di dare ordine e competenza. Senza, ancora, un presidente. Ci sarebbe Moratti, il quale però, spesso e volentieri, indossa esclusivamente gli abiti del tifoso: a danno del suo club. Intanto, un’altra stagione è stata gettata alle ortiche.

 

Raffaele Amato

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