INTER RUBEN BOTTA / MILANO – Ha 23 anni questo funambolo di San Juan. Cresciuto ed esploso con El Matador. Non parliamo certo di Cavani, bomber del Napoli, bensì del Club Atlético Tigre. Società argentina di minor prestigio, che ha consegnato all’Inter, a costo zero, uno dei giocatori più apprezzati nel Paese che diede vita al Dio del calcio, Diego Armando Maradona. Guai però ad accostare, anche per un attimo, Rubén Botta al famoso ‘Pibe de Oro’.
Oggi, rispetto agli anni ’80-90, il mondo pallonaro è profondamente cambiato, in meglio o in peggio, be’ dipende dai gusti. In nerazzurro approderà a luglio, con molte speranze e una buona dose, utile certamente, di spavalderia: “L’Inter è uno dei dieci club più importanti e conosciuti al mondo – ha dichiarato Botta ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’ -. Lasciatemi aggiungere alcune cose: Milano è una citta bellissima, lo stadio ‘Meazza‘ è davvero fantastico e tifosi interisti sono davvero super. I nerazzurri sono il top”. Smancerie ovvie, giuste. Ma che giocatore è Rubén Botta? “Do il meglio di me quando gioco sulla trequarti, perché riesco a sfruttare le mie abilità. Sono bravo a far impazzire le difese avversarie, però nel mio piccolo ho sempre dato sostegno alla squadra anche in fase difensiva. Nel calcio il sacrificio è tutto. Diciamo che potrei giocare anche da mezza punta ed esterno“.
Zanetti, Cambiasso e i moltissimi argentini della ‘Beneamata’. Ma il suo modello, a parte Messi, è un connazionale che gioca in Spagna: “Vengo spesso paragonato a Di Maria: in effetti io e lui abbiamo molti aspetti in comune. Mi faccia aggiungere qualcosa su capitan Zanetti: è un esempio come professionista ma anche come uomo”. Dopo quattro anni lascerà il Tigre; questione economica, anzitutto: “Il rinnovo di contratto che mi è stato proposto qualche mese fa non l’ho ritenuto soddisfacente, mi aspettavo molto di più . Con il mio agente, Sergio Levinton, abbiamo deciso che era giunto il momento giusto per provare una nuova esperienza internazionale. Sarò sempre grato al Tigre, ma adesso mi sento pronto per la serie A”. Suo fratello Juan, classe ’97, approderà nell’Inter assieme a lui.
Un retroscena di vita: “Anche io, come Messi, ho dovuto effettuare delle cure specifiche (ormonali, ndr) per la ‘crescita‘ (ora è alto 1,75, ndr). La ‘Pulce’ le ha fatte in Spagna, io in Argentina grazie alla copertura medica della quale disponevano i miei genitori. Per fortuna tutto è andato per il verso giusto”. L’Inter e gli altri sogni nel cassetto: “Spero tanto di riuscire a conquistare un posto in Nazionale, e magari a strappare la convocazione ai prossimi mondiali. Sarebbe bello, poi, giocare con l’Inter nella prossima Champions League: con il numero 19 sulle spalle…”, ha concluso Rubén Botta.
Raffaele Amato
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