Inter, difesa del futuro: a Milano per fare il titolare

Hugo Campagnaro (Getty Images)

INTER HUGO CAMPAGNARO / MILANO – Lascerà Napoli per due motivi: perché altrove, precisamente a Milano, andrà a guadagnare più soldi (ha firmato un biennale, ndr); per terminare la sua ottima carriera, ancora lunga due-tre stagioni, in un club sicuramente di notevole prestigio. Hugo Campagnaro è pronto a tatuarsi sulla pelle il nero e l’azzurro, colori che stan sempre bene agli argentini, una colonia destinata ad aumentare il prossimo anno. Il difensore del Napoli, che abbina forza e personalità a una buona tecnica, merce rara in un difensore, si trasferirà all’Inter dopo quattro anni sotto l’ombra del Vesuvio, vissuti a mille all’ora e costellati quasi sempre da prestazioni ineccepibili. Discutibile l’operazione, completata senza esborso economico per il cartellino (visto che il suo attuale contratto scade a giugno), esclusivamente per il fattore età: il centrale di Cordoba, 700 chilometri a nord-ovest di Buenoes Aires, il 27 giugno prossimo compirà 33 anni; è, per usare un eufemismo, nel pieno della maturazione professionale, ma soprattutto personale.

COLLOCAMENTO TATTICO – Il meglio di sé Campagnaro l’ha dato con Mazzarri, suo tecnico fin dai tempi della Sampdoria, e nella difesa a tre. La quale potrebbe essere abbandonata o, forse, accantonata da Stramaccioni nella prossima stagione. Attore protagonista come terzino destro, a dar battaglia e manforte al perno centrale, ruolo che l’Inter dovrà assolutamente ricercare agendo con competenza e sagacia sul mercato, tantopiù se Samuel, come sembra, dovesse piantare baracca e burattini per far ritorno nella sua madre terra. Il tignoso Hugo potrebbe esser sfruttato anche nei calci piazzati, essendo un esperto e bravo colpitore di testa: un giocatore che non si tira certo indietro quando c’è da ‘menare’ in area di rigore. Per intenderci, l’argentino in quanto a cattiveria agonistica, ora come ora, non avrebbe eguali nella rosa nerazzurra, fin troppo composta, eccezion fatta per Juan Jesus e Cambiasso (dei tempi migliori), da ragazzi ‘ecclesiastici’, leggeri nei contrasti e fragili dal punto di vista emotivo. Su tali aspetti ha influito certamente una serie di componenti – errori arbitrali, disordine societario, caos tecnico, mercato scombinato – difficilmente gestibili anche da giocatori più navigati.

TITOLARE FISSO – Se Campagnaro facesse parte ora della rosa nerazzurra, giocherebbe di sicuro al posto di Andrea Ranocchia. Con il ‘Muro’ al centro del terzetto composto anche da Juan Jesus. Tutto dipenderà dal rendimento del difensore umbro, potenzialmente molto valido, ma ancora tenero come un grissino quando il gioco comincia a farsi duro. Lo spilungone deve ritrovare fiducia in se stesso, oltre che una brillantezza fisica quasi mai raggiunta da quando è alla Pinetina. Il ‘granitico’ che a luglio si ritroverà a Pinzolo – in aggiunta anche ad Andreolli, acquistato a costo zero dal Chievo – come compagno di scuderia, non sarà semplice da tenere a bada se le sue condizioni psico-atletiche dovessero stazionare sugli standard attuali, visibilmente inadatti per competere a un posto da titolare e, soprattutto, per lasciare mister Hugo in panchina a guardare.

 

Raffaele Amato

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