INTER NAGATOMO OPERAZIONE MENISCO / MILANO – L’acceso scambio di idee, per prenderla e raccontarla alla leggera, tra l’Inter e Yuto Nagatomo ha, a quanto pare, visto trionfare il laterale giapponese. Come noto, il simpatico nipponico dopo la rottura del menisco esterno del ginocchio sinistro, rimediata negli scampoli finali della partita con il Cagliari, e successivamente a un consulto con uno specialista nella città di Osaka, ha comunicato alla società nerazzurra l’intenzione di proseguire la terapia conservativa al menisco, intrapresa dopo le “lesioni dei legamenti menisco capsulari del menisco esterno e del labbro libero del menisco esterno”, subite negli istanti conclusivi del derby col Milan dello scorso febbraio, in modo tale da poter partecipare alla imminente Confederations Cup, che si terrà in Brasile dal 15 al 30 giugno prossimo.
Ovviamente, la decisione presa da Nagatomo non ha reso felici né lo staff medico né quello tecnico dell’Inter, consci che, perché non sprovveduti ma professionisti del settore, la suddetta terapia – consistente in lavoro fisioterapico, ginnastica propriocettiva e anti-infiammatori non steroidei -, potrà solo mettere una ‘toppa’ al problema, da non prendere a cuor leggero tenendo conto dell’attività agonistica ultra intensa che svolge un giocatore ai massimi livelli, anziché eliminarlo del tutto. Affinché avvenga una totale guarigione del menisco, tranne per particolarissimi casi, l’unica soluzione è l’intervento in atroscopia, al quale è necessario un periodo, non lunghissimo – dipende dalle condizioni atletiche del soggetto prima dell’operazione – cosiddetto di riabilitazione, che va dalle due a un massimo di quattro settimane.
“Nagatomo è stipendiato dall’Inter e l’Inter deciderà se e dove dovrà operarsi”. Andrea Stramaccioni, durante la conferenza stampa pre Inter-Roma di Coppa Italia dello scorso 17 aprile, aveva risposto a muso duro a coloro i quali mettevano in dubbio l’autorità della società, nel caso specifico nuovamente accondiscendente nei confronti di un suo giocatore, a differenza di quanto detto e richiesto dal suo allenatore, anche se l’esterno difensivo di Ehime, essendo il reale protagonista della situazione, ha tutto il diritto di decidere se e quando operarsi, o se rinunciarvi. Appare chiaro, però, che il non ricorrere all’intervento in atroscopia vada a danno esclusivo della squadra, la quale al prossimo ritiro di Pinzolo certamente non potrà fare affidamento sulle prestazioni del giapponese, e a favore della nazionale nipponica guidata da Alberto Zaccheroni, il quale, invece, potrà contare sull’apporto del molleggiato, fondamentale interprete fin quando è stato bene nello scacchiere interista, per la manifestazione anteprima-vetrina dei prossimi mondiali nel Paese verdeamarelo. Nagatomo ha fatto la sua scelta, discutibile (molto) o meno: ha preferito il suo Giappone all’Inter, che ogni mese, conviene ricordarlo, versa sul suo conto in banca un lauto stipendio. Stramaccioni dixit.
Raffaele Amato