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Inter, la fiducia di Moratti in Stramaccioni

Massimo Moratti (Getty Images)

INTER MORATTI FIDUCIA STRAMACCIONI / MILANO – C’è fiducia e fiducia. Quella di Moratti nei riguardi di Andrea Stramaccioni, tecnico che ha fortemente voluto lui sulla panchina della sua Inter nel marzo dell’anno scorso in sostituzione di Ranieri e dopo il successo nella NextGen series, è ai minimi storici. Lo si è capito, diciamo che è stata una ulteriore prova delle nostre convinzioni, al termine del famoso vertice di mercato (un parolone!) andato in scena venerdì pomeriggio negli uffici della Saras. Stramaccioni, prima ma anche dopo, ha professato un certo ottimismo, qualcuno potrebbe dire eccessivo vista la stagione deprimente che sta concludendo la sua squadra, mentre Massimo Moratti sia all’ingresso che all’uscita dalle stanze dei bottoni dell’azienda di famiglia è apparso visibilmente infastidito, imbronciato, di pessimo umore, diversamente all’allegro mister nerazzurro. Tanto che a precisa domanda-affermazione dei cronisti presenti, “Stramaccioni è apparso sereno?!”, il patron ha risposto con una mezza frase, “be’, sono contento per lui…“. I tifosi, anche quelli con i cosiddetti ‘prosciutti sugli occhi’, conoscono bene Massimo Moratti, in carica dal 1995, quindi da quasi venti anni.

Nel passato, anche recente, quando il numero uno dell’Inter ha cominciato a lanciare ‘zeppate’ più o meno velate, o a dimostrare scarso entusiasmo nei confronti di chi dovrebbe tenere in pugno ambiente e spogliatoio, ha poi sempre intrapreso, a volte sbagliando altre no, un’unica strada: quella dell’esonero. Nell’immediato, o peggio ancora dopo le prime difficoltà nella nuova stagione. Da Simoni, a un passo dall’esonero nel 1998, poi vinse la Coppa Uefa e fu confermato (Zaccheroni aveva già un accordo con l’Inter prima di passare al Milan), esonerato dopo la vittoria strappata all’ultimo minuto contro la Salernitana e i successivi istanti della consegna fra le sue mani della panchina d’oro, a Cuper – cacciato dopo due stagioni di vittorie ‘annusate’ -, passando per Lippi o in casi ben diversi Benitez e Gasperini. Per questo motivo, ce ne sarebbero anche degli altri in verità, è meglio che Moratti dia una vera sterzata adesso anziché l’anno prossimo, ovvero a stagione inoltrata, dove sarà quasi impossibile correggere la direzione intrapresa.

 

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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