INTER, CASSANO CONFESSIONI TARDELLI / MILANO – Intervistato dal suo ex allenatore Marco Tardelli per la trasmissione ‘Confessione Reporter’ di Italia 1, Antonio Cassano ha fatto outing ripercorrendo la sua carriera. “E’ stata colpa mia se non ho avuto una carriera migliore, pensavo che con la sola qualità si andasse avanti – le parole del barese riportate dalla ‘Gazzetta dello Sport’ – Ho giocato in grandi squadre, ma ho fatto sempre poco. Ho fatto più casini della grandine: il 99% delle volte ho sbagliato io, però gli altri mi mettevano nelle condizioni di sbagliare. Passavo dalla ragione al torto in un attimo. Ho fatto la metà di quello che potevo, ho sempre avuto un modo di allenarmi non professionale“.
FantAntonio parla anche della sua vita privata: “Mia madre è stata il punto di riferimento della mia vita. Fino ai 17 anni, quando ho iniziato a giocare a calcio da professionista, non sono mai andato a rubare pur avendo vissuto in un ambiente particolare. Mi ha messo sulla via giusta. Mio padre? Mi è mancato zero… – dichiara Cassano prima di raccontare dell’ictus che lo colpì ai tempi del Milan – Nel tragitto verso l’ospedale non essendo credente ho pensato: ‘Se c’è qualcuno, fa’ che possa rivedere mio figlio’. Ho preso paura ma non della morte, era paura di non rivedere mio figlio“. Infine una confessione inaspettata: “Ai miei figli dico che la cosa più importante è non fare calcio. Questo calcio mi ha stancato, troppa gente finta, troppi… Mister, si può dire leccaculo?”.
M.R.
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