INTER LE PAGELLE DELLA STAGIONE / MILANO – Sedici sconfitte in campionato, 57 gol subiti, dal trionfo di Torino contro la Juventus – apice dell’annata nerazzurra – al disastro contro l’Udinese nell’ultima giornata di serie A. La stagione dell’Inter, anche piena di infortuni, è stato un fallimento totale, da qualunque lato o spigolo la si voglia vedere. (S)Fortunatamente, sono emersi nel marasma generale il talento di Mateo Kovacic, la già acclarata bravura di Samir Handanovic e la continuità ‘finalizzatoria’ di Rodrigo Palacio; sprofondate le ambizioni e le buone intenzioni di Andrea Stramaccioni, vicino all’esonero, al limite dell’incomprensibile l’operato ‘mercataro’ di Marco Branca, inarrestabile la (di)gestione societaria del presidente Massimo Moratti.
HANDANOVIC 7 – L’Inter riscatterà l’altra metà del suo cartellino nelle prossime settimane. Investimento complessivo, che verrà registrato nel prossimo bilancio: 15 milioni di euro. Nella sua prima stagione si è confermato a livelli alti, salvando in più di una occasione le sorti del ‘Biscione’. Le voci sul presunto interesse del Barcellona nei suoi confronti – a esser un po’ maligni – e le disavventure della squadra, hanno influito sul suo rendimento (nel complesso, ottimo), soprattutto nelle ultime giornate di campionato. Nella mente dei tifosi nerazzurri, rimarrà certamente la super parata sul colpo di testa di Mario Balotelli, nel derby di febbraio terminato 1-1. CERTEZZA
PALACIO 7 – Ventidue gol al suo primo anno in nerazzurro. Prima punta, attaccante di raccordo, esterno offensivo: un giocatore completo, peccato per l’infortunio e per l’età (31 anni) non propriamenteverde. La ‘treccia’ può giocare con qualsivoglia modulo tattico, sarà il partner ideale per un giovane come Icardi, il futuro centravanti dell’Inter. DECISIVO
KOVACIC 6,5 – La speranza di Moratti. Il punto fermo, e di partenza, della nuova Inter di Walter Mazzarri. Pagato come un giocatore affermato – 11 milioni più 4 di bonus -, dopo un primo periodo di adattamento e ambientamento, il ‘baby’ croato ha preso in mano le redini della mediana nerazzurra, spesso e volentieri predicando nel deserto più assoluto. Regista, mezz’ala, centrocampista centrale. Un aspirante campione come lui, con pazienza e fiducia, saprà rendere al massimo in qualsiasi ruolo. Classe, eleganza e personalità: è nata una stella, in casa Inter. STRAORDINARIO
CASSANO 6 – Fino a novembre, o giù di lì, ‘FantAntonio’ ha sposato la causa nerazzurra più di quanto ci si potesse aspettare. Gol, assist e buon spirito di sacrificio. Col passare dei mesi è ritornato nell’oblio fisico e motivazionale; pesante il litigio con Stramaccioni, tecnico che lo ha sempre stimato e che, forse, gli ha dato fin troppa confidenza. Con Mazzarri non scorre buon sangue, l’Inter dopo una sola stagione ha dato mandato a Beppe Bozzo, suo agente, di trovare un’altra squadra disposta a sobbarcarsi il suo ricco ingaggio. Inadatto a un progetto serio e a lungo termine. DISCONTINUO
JUAN JESUS 6 – Voto 8 alla prima parte di stagione, 4 alla seconda. Stramaccioni lo ha lanciato e valorizzato; potenza e intraprendenza, tipica dei brasiliani, hanno reso la difesa nerazzurra quasi imperforabile, almeno fino alla decadenza generale da Bergamo in poi. Perno del reparto che verrà, dovrà affinare le sue qualità e nascondere i difetti. E, giusto che c’è, trovare un peso forma consono al blasone del club, e ideale per avere un rendimento positivo costante. PROMESSA
PEREIRA 5 – Sopra le spalle si è portato per una intera stagione un carico da novanta. Anzi, da 10 milioni più bonus. Tutti, all’Inter, si apsettavano molto di più dal laterale uruguagio, corteggiato dal Chelsea nell’estate 2011 e poi messo fra le ‘riserve’ dal Porto un anno dopo. Da confermare, a meno di offerte ultra convenienti, anche perché con Mazzarri potrebbe rifiorire. RIMANDATO
SILVESTRE 4 – Non si è adattato alla Milano nerazzurra. Difensore di provincia, niente di più. Problemi fisici gli hanno impedito, a onor del vero, di trovare continuità d’impiego e fiducia in se stesso. La pessima annata e la confusione del tecnico, hanno pesantemente influito sulle sue prestazioni. Allo sbaraglio. BOCCIATO
STRAMACCIONI 4 – Dell’allenatore si è detto di tutto, e di più. Caos tattico, squadra senza identità, personalità spicciola, troppo ‘servile’ per sperare di imporsi su uno spogliatoio poco equilibrato, in cui comandano e spadroneggiano i cosiddetti ‘senatori’. Infortuni ed errori arbitrali hanno avuto il loro peso, ma non possono giustificare le numerose sconfitte e l’orrenda catena di gol incassati. Poco tutelato dalla società, difeso solo nelle interviste ‘da marciapiede’ da Moratti. Poco, troppo poco. INGIUSTIFICABILE
BRANCA 3 – Errori e orrori sul mercato, non da oggi, bensì da circa due anni. Dal ‘caso’ Forlan allo scambio (più soldi) Livaja-Schelotto, senza dimenticare l’acquisto del 35enne Rocchi, che tra cartellino e ingaggio è costato circa 1,7 milioni di euro. Resterà all’Inter, scampando all’ennesima tempesta, questo perché ‘uomo fidato‘ della famiglia Moratti. Potente quanto Galliani, i tifosi dell’Inter se ne facciano una ragione. INDIFENDIBILE
MORATTI 2 – Dal 2010 a oggi è stato capace di disintegrare in mille pezzi la straordinaria Inter del ‘Triplete’. Gestisce e ha gestito la società come un dilettante allo sbaraglio, cambiando cinque (con il prossimo, sei) allenatori in tre anni. Una società ‘vincente’ deve avere organizzazione, competenza e lungimiranza. Tre requisiti che non si intravedono nemmeno col binocolo, in quella nerazzurra. Cambierà? Non abbiamo alcun dubbio: no. IMPREPARATO
Gli altri: Zanetti (4), Ranocchia (4), Samuel (5), Chivu (4), Jonathan (5), Nagatomo (5,5), Stankovic (s.v.), Schelotto (4), Alvarez (5), Guarin (5,5), Mudingayi (4,5), Kuzmanovic (4,5), Cambiasso (5), Obi (s.v.), Gargano (5,5), Benassi (5), Rocchi (4,5), Milito (6), Castellazzi, Belec e Carrizo (s.v.)
Raffaele Amato