INTER CAMBIASSO / SHORT HILLS (Stati Uniti) – Pilastro della nuova Inter. Al centro, come fondamentale tappabuchi e punto di ripartenza per la manovra offensiva. Esteban Cambiasso è pronto a sdoppiarsi per la squadra nerazzurra, a tamponare e a creare, come nei tempi migliori. Tempi, che secondo alcuni non torneranno più. Sì perché l’età dell’argentino – 33 anni il prossimo 18 agosto – comincia a farsi sentire sulle sue gambe, non più esplosive e dinamiche come qualche anno fa: “Non sono mai stato un velocista, il mio passo così tanto criticato l’anno scorso era lo stesso che ho sempre avuto – puntualizza il ‘Cuchu’ ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Anche l’anno scorso i dati non dicevano che non sono più in grado di correre abbastanza, ma so per esperienza che va così: quando va tutto male, corri di più e si vede di meno”.
Walter Mazzarri, comunque, ha deciso di puntare su di lui per il rilancio dell’Inter: “Oggi un tecnico, che le cose vadano bene o male, ha una responsabilità impressionante: anni fa le squadre erano anzitutto dei giocatori, oggi sono le squadre del loro allenatore. Il mio ruolo di adesso è diverso a quello ricoperto nel passato: gioco come unico uomo davanti la difesa. Comporta molta copertura ai tre dietro e il dover garantire sempre un appoggio semplice a qualunque portatore di palla”. Ma perché ha litigato con Zanetti nella scorsa stagione: “Io ho litigato con ‘Pupi’?… Non scherziamo, dai”. Una sola partita a settimana, quindi più punti al termine del campionato rispetto a quello precedente, concluso al nono posto: “L’unico vantaggio è il poter preparare più nei dettagli ogni singola partita e non avere l’obbligo di due uomini per ruolo, come necessario quando giochi una stagione di sessanta partite. Io credo molto nel lavoro, più che nel mercato – spiega Cambiasso -. Quando la Juve vinse il primo titolo, due anni fa, fino a metà stagione dicevano tutti che il Milan era più forte. Ai nastri di partenza noi ci presenteremo con l’obbligo di vincere“.
Tra amarcord e libro cuore: stasera sfida al Chelsea di José Mourinho, il condottiero dell’indimenticato ‘Triplete’: “Quando si vivono momenti così unici si tende a ricordare soprattutto l’epilogo, ma alle spalle c’è un percorso di un’intensità enorme e che ha coinvolto tante persone: per questo sarà bello salutare lui, ma anche tutto il suo staff. Sarà una sfida difficile, noi siamo in una fase diversa dalla loro: dobbiamo anzitutto cancellare un risultato molto negativo, mentre loro giocano per fare un salto di qualità ulteriore. Questa differenza si potrà intravedere, ma niente di più: non possiamo giocare pensando che prendere uno schiaffo da loro ci può stare, perché prendere uno schiaffo non serve mai, e non fa mai bene”, conclude Esteban Cambiasso.
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