INTER KOVACIC / MILANO – Walter Mazzarri ha già tante gatte da pelare, per cortesia non se ne inventi un’altra da solo. Tradotto: non complichi la vita all’unico talento vero che ha l’Inter, Mateo Kovacic. Il quale sta già affrontando un non semplice percorso di recupero dopo lo stiramento accusato i primi giorni di ritiro in quel di Pinzolo, che inevitabilmente ha frenato per un momento la sua crescita fisica e tecnica. Al croato, nato però in Austria, il mister nerazzurro non deve disegnare alcun nuovo ruolo, né insegnare movimenti legati al suo pupillo napoletano, Marek Hamsik.
L’ex Dinamo Zagabria non ha le stesse caratteristiche della cresta azzurra, i tempi di inserimento senza palla non sono affatto contemplati nell’idea di gioco della stellina interista, al quale servirebbe semplice e massima fiducia, mettendolo davvero al centro del progetto: Kovacic è un centrocampista che avrebbe bisogno al suo fianco di un mediano con pochi fronzoli, capace di garantirgli maggiore libertà nel cuore del campo e più possibilità di giostrare il pallone, servendo gli attaccanti nell’ultimo passaggio o allargando il gioco sugli esterni. L’ideale sarebbe schierare alle sue spalle due interdittori: il primo con senso tattico e propensione geometrica, il secondo con sostanza e fiato.
Un geometra e un carpentiere, e lui nel ruolo di architetto della squadra. Kovacic è troppo importante per questa Inter così mediocre sotto l’aspetto tecnico, le sue invenzioni utili ed essenziali, mai fini a se stesse o al semplice boato dei tifosi, potranno innalzare presto e in futuro qualità e classifica. Mazzarri, tecnico pragmatico ma forse un po’ troppo rigido tatticamente, deve adattarsi a lui. Non viceversa, si spera.
Raffaele Amato