INTER STORIA MORATTI / MILANO – Angelo Moratti e il figlio Massimo molti anni più tardi, hanno contribuito a riempire di tanti trofei la bacheca dell’Fc Internazionale. Ma è pur vero che lo stesso club nerazzurro, nell’arco della sua storia ultracentenaria, essendo stato fondato dalla costola ribelle del Milan – cioè “dal nulla”, disse poco scherzosamente l’indimenticato avvocato Peppino Prisco – che si era opposto all’ingaggio di pedatori stranieri, il 9 marzo 1908, abbia avuto come padri-padroni altri imprenditori, di questi almeno quattro hanno rispettato il suo onore e blasone, senza però ottenere il corposo numero di successi della famiglia del petrolio: da Ferdinando Rozzani (1932-194), che cambiò otto allenatori sotto il suo comando e che conquistò due scudetti (’37-38 e ’39-40) e una Coppa Italia (’38-39), a Carlo Masseroni (1942-1955), due campionati vinti (’52-53 e ’53-54) con Foni allenatore; fino ai più rimasti nella mente dell’interista medio, ovvero Ivanoe Fraizzoli (1968-1984) – due tricolori: ’70-71, con la rimonta firmata Invernizzi e il gruppo storico capitanato da Facchetti e Mazzola, e 79’-80; dopo e prima due Coppe Italia e una finale di Coppa Campioni persa 2-0 contro la grande Ajax di Cruyff – ed Ernesto Pellegrini: tanti campioni acquistati, Rummenigge e Matthaus per citarne un paio, lo scudetto dei record 1989 firmato Trapattoni e ben tre Coppe Uefa, quando allora valeva qualcosa, in un periodo florido e altamente competitivo per il calcio italiano.
Per arrivare ai giorni nostri, Massimo Moratti, proprietario dell’Inter dal febbraio 1995 – è il più longevo e può sfoggiare il palmares più ricco – che riuscì dopo molti fallimenti e l’esplosione del bubbone-scandalo Calciopoli a riportare nella Milano nerazzurra la Champions League, sfiorata con Fraizzoli e stravinta – quando ancora si chiamava Coppa Campioni – dal padre Angelo negli anni ’60.
Il viaggio all’interno della storia ‘bauscia’ serve, in parte, a dare una risposta ai troppi tromboni che negli ultimi mesi, per convenienza o ignoranza, hanno evidenziato l’impossibile esistenza futura dell’Inter senza “i” Moratti al potere (in previsione della tutt’altro che scontata cessione all’indonesiano Thohir), quando in realtà l’avventura nel calcio del club milanese fin dalla sua partenza è stata (av)vincente e pazza anche in penuria della dinastia petrolifera, in epoche e forse con passione diverse. Da Muggiani, pittore e socio-fondatore dell’Inter, a Giovanni Paramithiotti, primo presidente e colui che ottenne lo scudetto numero uno della storia (1910), passando per i già citati Fraizzoli e Pellegrini: ognuno di essi ha contribuito a rendere “grande” il Football Club Internazionale Milano.
A questo punto, la domanda da porgere e porgersi è probabilmente un’altra: un Moratti, più Massimo che Angelo, nei modi e nell’immagine a noi tutti conosciuta, sarebbe ‘esistito’ se non avesse acquistato l’Inter quasi 19 anni fa? Probabilmente no. Ma questa banale riflessione vale in alcun dubbio anche per Berlusconi, De Laurentiis o Della Valle: se i tre citati poc’anzi non possedessero società di calcio come Milan, Napoli e Fiorentina, l’uomo comune non saprebbe nemmeno riconoscere i loro volti sulle copertine dei giornali. I padroni cambiano, sono il club e la sua gloria a restare immutabili.
Raffaele Amato