INTER SQUALIFICA CURVA NORD / MILANO – Nel pomeriggio, il secondo anello verde dello stadio ‘Meazza’, in pratica dove staziona la Curva Nord nerazzurra, è stato squalificato per un turno dal Giudice Sportivo “per aver rivolto a due calciatori della squadra avversaria grida e cori espressivi di discriminazione razziale, oltre ad aver indirizzato reiteratamente un fascio di luce-laser verso l’Arbitro ed a calciatori della squadra avversaria, nonostante l’invito ripetutamente radio-diffuso a desistere da tale riprovevole comportamento; per avere infine suoi sostenitori, nel corso dell’intervallo, esposto uno striscione dal contenuto insultante nei confronti dell’allenatore della squadra avversaria”. La sazione sancisce la chiusura del suddetto settore per la gara casalinga contro la Fiorentina, in programma giovedì 26 settembre.
Razzisti e violenti, così sono stati descritti gli ultrà interisti nelle ultime settantadue ore: “Ma quale razzismo? Tante curve fanno i “buu” razzisti per lanciare un messaggio, per farsi riconoscere. Non è il nostro caso, allo stadio e in Curva Nord abbiamo anche un sacco di ragazzi di colore con cui facciamo anche le trasferte. Questa polemica e questa decisione non hanno senso d’esistere – spiega il capo della Curva Nord, Franco Caravita -. Vogliono fare credere che si diventa razzisti in curva ma la realtà è che l’unico razzismo lo vedi nella vita di tutti i giorni e nell’ipocrisia delle persone. Chi guarda dall’alto decide per tutti e fa giustizia a modo suo“.
Ecco il parere di Caravita sullo scontro tra alcuni tifosi interisti e uno juventino, quello insomma visto nel video che ha fatto tanto discutere tra domenica e lunedì: “Dalla Curva dico la verità di non essermi accorto di niente. Non ho capito cosa è successo esattamente e non ho visto il video. Non so neanche dire chi fossero i protagonisti, se persone della curva o meno, in Nord ci sono persone di tutti i tipi, non solamente ultrà. La Curva Nord è enorme, dentro ci sono tantissime persone, tante anche che non fanno parte dell’organizzazione e mentalità della curva, che non hanno niente a che fare con noi e che non conosciamo neppure.”, conclude Caravita ai microfoni di ‘Panorama.it’.