INTER GIUDICE SPORTIVO / MILANO – Molti tifosi interisti, per fortuna non tutti, hanno quasi gridato allo scandalo una volta letta o ascoltata la punizione inflitta alla Curva Nord dal Giudice Sportivo Tosel, che ha deciso nella giornata di ieri di chiudere il settore del tifo organizzato nerazzurro causa i cori razzisti contro Pogba e Asamoah, perpetrati nel derby d’Italia di sabato scorso. A questi tifosi, purtroppo e come spesso accade, si sono aggiunti anche presunti giornalisti bravi a scrivere quasi sempre articoli campanilistici, utili per conquistarsi l’affetto dei fan della squadra che dicono di amare. Poco importa.
A loro si è poi aggregato Javier Zanetti, che per ‘abbracciare’ da capitano la Curva (o claque di qualche giocatore), ha usato l’argomento persecutorio, quello banalmente usato un po’ ovunque del ‘solo noi veniamo puniti, altri no’, ignorando che tutto quanto accaduto nella scorsa stagione e in stadi differenti dal ‘Meazza’, non può essere e non viene considerato dal Giudice Sportivo nella stagione in corso. Più chiaramente: perché l’Inter, dopo la Lazio, è stata punita al primo coro razzista? Semplice, la circolare del 5 agosto scorso emanata dalla Figc ha di fatto eliminato l’articolo 11 del Codice di Giustizia Sportiva – “La società non risponde per i comportamenti tenuti dai propri sostenitori…” -, stabilendo e, quindi, decidendo per la chiusura del settore responsabile in caso di prima violazione. Dal 5 agosto in poi, a nulla serve o servirà la collaborazione delle stesse società per evitare che avvenghino all’interno dello stadio di pertinenza episodi attinenti a ogni genere di discriminazione, non solo quelli legati alla razza. Se tali e incresciosi avvenimenti dovesse ripetersi per una seconda volta, questo non vale solo per l’Inter, alla società coinvolta oltre alla chisura del settore colpevole verrà comminata una multa di 50.000 euro.
Il brutto e pesante, invece, scatterà dalla terza violazione, alla quale il Giudice Sportivo potrebbe applicare come sanzione la sconfitta a tavolino (0-3); a cui potrebbe aggiungere, previa sua “valutazione”, la squalifica del campo per un certo periodo di tempo, la penalizzazione o addirittura la retrocessione/esclusione dal torneo. In realtà queste pene severe erano già previste dal regolamento, ancor prima che uscisse la circolare a inizio agosto. Ma UEFA e la FIFA, sul tema razzismo, da alcuni mesi hanno chiesto e parzialmente ottenuto tolleranza zero a tutte le Federazioni. Ultima considerazione: non esiste alcuna possibilità per l’Inter, nel caso in cui dovesse presentare ‘ricorso’, che la squalifica della Curva venga annullata.
Raffaele Amato