INTER PUNTI DI FORZA MAZZARRI / MILANO – I sette gol segnati in trasferta ieri sono un segnale eclatante: l’Inter c’è e si vede. Certo, il risultato roboante è stato facilitato anche dal livello degli avversari – quattro sconfitte in quattro gare di campionato per il Sassuolo – ma questo non sminuisce quanto l’Inter ha fatto finora. In attesa delle importanti sfide casalinghe contro Fiorentina e Roma, intervallate dalla trasferta contro il Cagliari, ‘Sport Mediaset’ ha analizzato i punti di forza di Walter Mazzarri.
MOTIVAZIONI – Mazzarri ha rilevato una squadra resa apatica e svogliata ed è riuscito a ridarle stimoli e tanta, tanta rabbia. Il suo lavoro mentale sui giocatori è stato il primo passo e si è visto chiaramente ieri: alla calma serafica dell’allenatore in panchina, hanno fatto da contraltare le sette scoppole rifilate al Sassuolo. Con buona pace di chi, forse nel tentativo di destabilizzare il galvanizzato ambiente interista, aveva già parlato del probabile esonero di Mazzarri ad opera di Thohir. Il tecnico è convinto del suo lavoro, ed ha trasmesso la sua fiducia alla squadra.
CONDIZIONE FISICA – L’Inter dello scorso anno appariva lenta ed impacciata. I nerazzurri, oggi, corrono per tutti i novanta minuti. Il lavoro preteso dal tecnico durante il ritiro estivo sta dando i suoi frutti.
DIFESA – Un solo gol subìto dopo quattro partite. Solo la Juventus è riuscita a perforare questa squadra, che l’anno scorso aveva una media di un gol e mezzo subito a partita. Una nota di merito va senza dubbio ad Hugo Campagnaro, fedelissimo di Mazzarri, che ha ridato fiducia a Juan Jesus e Ranocchia, e indirettamente ha reso più tranquillo anche Samir Handanovic.
CORSIE LATERALI – Nonostante non abbia avuto dal mercato quel che si aspettava (i vari Isla, Kolarov e compagnia), il tecnico di San Vincenzo ha svolto un lavoro ottimo con il materiale a disposizione. Jonathan sembra rinato, Nagatomo ha ritrovato la migliore condizioni. Un altro punto a favore di Mazzarri, che ha stupito chi già lo spacciava per un povero naufrago che scegliendosi l’Inter si era attirato addosso ogni sventura.
TITOLARI SCELTI – Pochissime variazioni alla formazione titolare: solo quando è necessario, solo se non c’è alternativa. Al di là del continuo ballottaggio Taider–Kovacic, entrambi ottimi interpreti per il proprio ruolo, i vari Pereira, Belfodil, Kuzmanovic e Andreolli stanno trovando pochissimo spazio.
ALVAREZ – Anche l’argentino è stato revitalizzato dal tecnico. Negli scorsi due anni si era guadagnato la reputazione di giocatore lento e macchinoso. Il Ricky Alvarez dell’Inter ‘mazzarriana’ è di tutt’altra pasta: corre per tutto il campo, ruba palla agli avversari – ne sa qualcosa Chiellini… – e sforna assist in quantità industriale. Il numero con cui ieri si è liberato del difensore per servire a Milito la palla del 5-0 è l’emblema di tutto questo.
CAMBIASSO – Un altro simbolo della rinascita nerazzurra è senza dubbio il tanto vituperato Esteban Cambiasso. I tanti detrattori dell’argentino hanno dovuto ricredersi: il Cuchu sembra quello del Triplete. Regge bene l’impatto con gli avversari, smista il pallone con precisione, dispensa consigli a chi gli sta intorno e la sua grande esperienza è di fondamentale importanza per tutta la squadra.
Alessandro Caltabiano
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