Inter, Mazzarri all’italiana e i due giocatori per varcare il confine

I giocatori dell'Inter (Getty Images)

ANALISI INTER / MILANO – Sul piano tattico, della compattezza delle linee e della transizione attiva, contro la Fiorentina l’Inter ha fatto dei passi indietro rispetto alle prime quattro giornate di campionato. Nelle quali aveva risposto (e vinto) con ordine e un pressing efficace alla manovra degli avversari, indovinando quasi sempre l’ultimo passaggio, ovvero la giocata che porta poi a concludere in gol l’azione. Gli aspetti positivi di ieri sera stanno tutti nella reazione e nel coraggio che la squadra ha avuto dopo il vantaggio firmato su rigore da Giuseppe Rossi: passato il contraccolpo, durato all’incirca dieci minuti, l’Inter è tornata a ragionare e ad attaccare la tecnica ma spesso disorientata retroguardia viola, poco protetta da un centrocampo che badava solo al palleggio e quasi mai alla fase di non possesso (Ambrosini il solo interdittore). Mazzarri fa applicare ai suoi bersaglieri un calcio all’italiana (il quale suscita maggiori emozioni rispetto al perpetuo tiki taka) che è sempre stato redditizio in serie A, basato sull’aggressivo recupero del pallone – si sono visti tanti raddoppi di marcatura ieri al ‘Meazza’ – e sul rapido contropiede che, forse, con una punta in più avrebbe maggiori possibilità di successo (l’ingresso di Icardi ha favorito la rimonta); contro la Fiorentina è spesso accaduto che una volta sradicata la sfera, l’Inter non sia poi riuscita a ripartire con efficacia, perdendola banalmente o per errori individuali (passaggio o stop sbagliato) o per lo scorretto posizionamento della squadra nella fase di possesso; il discorso torna sempre alla transizione attiva, che non ha granché funzionato. Mazzarri ha accresciuto in così poco tempo il valore complessivo dell’organico, portando Alvarez – o gli stessi Jonathan e Ranocchia, quest’ultimo magicamente insuperabile e sicuro di sé – a eseguire prestazioni mirabolanti, ma avrà bisogno di altri due giocatori per poter alzare ulteriormente l’asticella: Kovacic e Milito. Con il croato e l’argentino a pieno regime, le ambizioni di questa Inter potrebbero varcare anche i confini del terzo posto.

 

Raffaele Amato

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