Insardevoli Autogol – Calcio o ping pong? Carrizo ruba ‘Giulietta’ a Palacio

Annalisa Insardà

 

INSARDEVOLI AUTOGOL INTER-VERONA / MILANO – Nuovo appuntamento con la rubrica più divertente di Interlive.it. Per riportare il calcio alla sua natura di gioco, vi proponiamo il commento del giorno dopo di Annalisa Insardà, attrice e tifosa dell’Inter, che con la sua ironia analizza la situazione nerazzurra:

“L’Inter del nuovo corso indonesiano e il Verona hanno di fatto delle grandi similitudini (a parte il colore della pelle della nostra dirigenza e delle loro maglie, intendo!)
Una su tutte: L’Inter con gli occhi mandola convince; il Verona con gli occhi a Mandorlini convince pure, non c’è che dire (e se la mandorla vincesse con l’Inter come vinse Mandorlini siamo destinati ad un futuro radioso. Corsi e ricorsi storici!).
Ma detto questo, la cosa avvincente e galvanizzante che avviene in casa nerazzurra è che per spezzare il ripetitivo e monotono sgambettare novanta minuti nell’arena di San Siro (altra similitudine con Verona) l’Inter si impone, come ogni volta, regole intelligenti e innovative. Nella partita di ieri infatti i nerazzurri hanno deciso che si sarebbe sì giocato a calcio, ma segnato preferibilmente a ping pong, o non sarebbe stato divertente. E ping pong fu! Del resto quando uno gioca in casa sua, e porta il pallone, le regole può deciderle da sé.
Altra regola imposta dall’Inter (ma solo per essere ospitali e accoglienti con i colleghi in giallo) fu quella di riproporre in loco l’atmosfera della nota tragedia shakespeariana ambientata a Verona. E quindi mentre tutti scendevano in campo a giocare la partita, Carrizo, inforcata la scala (la famosa Scala di Milano! La Scala del calcio intendo…!), se ne salì sul balcone per guardarla. In realtà come Giulietta era stato scelto Palacio, anche perché è l’unico ad avere la treccia, ma Carrizo ci teneva particolarmente ad interpretare l’adolescente fanciulla, soprattutto perché se fosse stato lì a parare non si sarebbe potuta mettere in pratica l’altra regola nerazzurra: ogni due gol nostri uno loro. Per la precisione, tale regola, di storico brevetto interista, recita: “se uno paga il biglietto per assistere a novanta minuti di partita, non va bene che questa si chiuda prima, non sarebbe giusto nei confronti dei tanti onesti tifosi che preferiscono rischiare un arresto del miocardio piuttosto che vedere una squadra che segna tanti gol e ipoteca la vittoria anzitempo. Il biglietto costa caro e deve essere sfruttato fino all’ultimo”.  E questa è una regola che fa dell’Inter una “grande Inter“, amata proprio per il suo senso di unione e partecipazione, perché si sente un tutt’uno con i sostenitori e li fa sentire come parte della squadra. E quindi se i calciatori sudano è giusto che sudino anche i tifosi. E considerato che ogni volta sono circa 50.000, suda oggi e suda domani, ecco spiegato il perché di tanta nebbia a Milano!

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