INTER MORATTI / MILANO – Ai microfoni di ‘Sette’, Massimo Moratti ha parlato a cuore aperto dei suoi quasi diciannove anni al c0mando dell’Inter, il 15 ottobre ceduta ufficialmente al magnate indonesiano Erick Thohir: “Nel 2011, dopo la conquista della Coppa Italia, ho pensato che fosse venuto il momento di fare un passo laterale, di trovare nuove soluzioni per il club. Ho cercato una soluzione che ci aprisse nuovi mercati. E’ stato giusto farlo”, come riporta ‘La Presse’.
Tanti giocatori acquistati, tra questi Zanetti e Paul Ince: “Il capitano fu il primo giocatore che ho visto e che ho scelto. Non avevo ancora preso l’Inter e mi era arrivata la cassetta di una partita dell’Argentina under 20, per farmi osservare Ortega che non mi aveva entusiasmato e invece, cosa stranissima, mi ero lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto. L’abbiamo preso ed è ancora con noi; adesso ho scoperto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni.
Riguardo a Ince, un consigliere mi aveva sussurrato che sarebbe stato meglio evitare i calciatori di colore perché la curva la pensava diversamente. Già lo volevo prendere perché era un grande centrocampista; così forse non per provocare o forse sì mi sono tolto l’ultimo dubbio ed è arrivato qui. La risposta del pubblico è stata fantastica”. E come dimenticare il ‘Fenomeno’ Ronaldo: “L’ho preso perché era fortissimo ma anche perché nessuno credeva che l’acquisto fosse possibile, visto che lui giocava nel Barcellona. È stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l’Inter ha rappresentato un’immagine fortissima perché ci ha aperto al mondo”.
Per finire, l’intoccabile Recoba, per il quale Moratti ebbe sempre un gran debole: “Era un giocatore di grandissima classe, uno capace di sorprendere noi e se stesso, perché capace di realizzare qualcosa che non prepari ed è l’aspetto più bello”. Nel 2006, precisa il presidente dell’Inter, ovvero in pieno scandalo Calciopoli, pensò di lasciare definitivamente il mondo del pallone: “Avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l’impegno preso”.
A maggio piomba Thohir, che chiese e ottenne, dopo cinque mesi di trattative, la maggioranza del club nerazzurro: “L’Inter per tutti noi è sempre stata soltanto una passione. Nel 1980 mio padre Angelo mi disse che ‘dovresti vedere se si può prendere l’Inter, perché un’esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere, a soffrire, a migliorare'”. Resterà presidente pur non avendo più la totale proprietà? Be’… io non ho mai pensato di essere presidente dell’Inter a vita“, conclude Moratti.