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Genoa-Inter, conferenza Mazzarri: “Non mi arrendo mai. Su Milito e Ranocchia…”

Walter Mazzarri (Getty Images)


GENOA INTER CONFERENZA STAMPA WALTER MAZZARRI
/ APPIANO GENTILE – Nella consueta conferenza stampa della vigilia, Walter Mazzarri ha presentato la sfida che vedrà la sua Inter opposta al Genoa del tecnico Gian Piero Gasperini, ex dal dente avvelenato. L’allenatore nerazzurro è chiamato a riportare i suoi alla vittoria, che sarebbe la prima nell’anno solare 2014. Ecco le dichiarazioni di Mazzarri, riportate da Interlive.it:

Si comincia facendo un bilancio del girone d’andata: “Non mi sono piaciuti i pareggi con Sampdoria e Parma, non si è giocato come volevo io ed il risultato è stato giusto. Poi, ci son stati dei pareggi che sarebbero potuti esser vittorie, ma non è andata così. Tre sconfitte comunque non sono tante, specialmente se consideriamo cos’ha influito negativamente su due di queste. Per tutte le cose che ci sono successe il cammino è comunque da considerare buono, poi se si soppesa anche quello che abbiamo sbagliato si sarebbe potuto parlare di campionato ottimo. Per quest’anno mi accontento di vedere dei miglioramenti, poi vedremo. Milito? Lo valuterò all’ultimo, abbiamo avuto difficoltà sui cambi e questo ci ha messo in difficoltà anche tatticamente perchè il modulo ne risultava condizionato. Ora non so cosa succederà, lui sta meglio e con la sua esperienza può essere utilissimo, vedrò se inserirlo a gara in corso. Domenica contro il Chievo ho visto miglioramenti da parte di molti elementi, purtroppo ci è mancata la vittoria ma l’unico segno che il pareggio ha lasciato sui miei ragazzi è l’insoddisfazione per non aver vinto la partita: io cerco di trasmettere positività, ogni cosa sbagliata deve darci la motivazione e la rabbia per fare meglio. Domani comunque sarà difficile, anche dal punto di vista tattico, perchè il Genoa è una squadra ben messa in campo”.

Mercato di gennaio: “Il mercato è questo, io non ho fissato obiettivi ed ho sempre detto ai giocatori che bisogna ragionare partita dopo partita, per ottenere risultati e scalare le classifiche si fa così. Bisogna valutare tutto, ci sono numerose difficoltà anche perchè io sono arrivato da poco. Va anche detto che sin da dicembre si parla di mercato: alcuni giocatori, vedendo in dubbio il loro futuro, potrebbero aver perso la concentrazione. Io non mi arrendo e cercherò fino all’ultimo di migliorare le cose, non è passato tanto tempo dal derby ma vogliamo tornare alla vittoria. Ranocchia? Io valuto tutto, parlo con Andrea tutti i giorni e so che è un ragazzo che si impegna e che dà tutto in allenamento. Cosa prova, dentro di sè, può saperlo solo lui. Il mio compito è soltanto quello pensare alla formazione migliore da mandare in campo, domenica dopo domenica”.

Su Gasperini: “Le sue sono opinioni personali, io ripeto che qui all’Inter sto cercando di portare una mentalità da squadra vera. Dall’esterno ho sempre considerato l’Inter un club vincente, credo che questo non si possa mettere in discussione e credo che la storia dell’Inter vada difesa ed onorata”.

Su Kovacic e modulo: “Ho visto Kovacic molto migliorato sotto tutti i punti di vista, ha fatto tante cose buonissime e per esempio ha perso anche meno palloni. Credo possa maturare, bisogna vedere se il centrocampo può reggere questa variazione. Certi esperimenti li ho già fatti, e col Parma è stata una partita anomala, abbiamo lasciato troppi spazi e nel complesso la squadra mi ha fatto capire che non riusciva a reggere ancora quel modulo. Quando poi le altre squadre iniziano a studiare le tue mosse, bisogna anche riuscire ad innovarsi, a meno che tu non abbia dei campioni imprevedibili che decidano le partite. Se non è così, serve il gioco e l’allenatore deve trovare le soluzioni tattiche necessarie anche a costo di perdere la ragione. Centrocampo in stile Fiorentina? Mi piacciono i giocatori tecnici, sì, e se possibile vedremo di lavorare in questo senso per giugno. Devono però essere innesti funzionali al gioco, la squadra è un mosaico e basta un pezzo sbagliato per compromettere il resto. Il calcio è così, io devo dare una base e far crescere il collettivo, anche perchè la dirigenza valuta il mio modo di lavorare e possono bastare pochi punti persi per cambiare una stagione: abbiamo 32 punti, se ne avessimo 38 si parlerebbe di campionato fantastico”.

Alessandro Caltabiano

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