INTER MILITO PALLONE D’ORO TRIPLETE / ALGERI (Algeria) – Il ‘Principe’ Diego Milito si racconta in una lunga intervista ai microfoni del giornale algerino Le Buteur. L’argentino parla della sua Inter del Triplete e quello che all’Inter manca per tornare su quei livelli. Sui successi Milito risponde così: “Bisogna sempre essere pazienti nella vita e nel calcio. E’ vero ho dovuto aspettare i 30 anni per vincere la prima Coppa Italia. Nel frattempo avevo arricchito la mia carriera in Argentina col Racing d’Avellaneda vincendo il titolo dopo 35 anni. Non mi sono mai posto delle domande sul perché abbia dovuto aspettare così tanto, il mio solo scopo è stato quello di lavorare duro in allenamento e migliorare. Certamente i miei obiettivi si sono realizzati in ritardo, ma l’importante è che si siano concretizzati. Può essere una lezione per le generazioni future. Capitolo Pallone d’Oro: “Se ci sono rimasto male nel non vincerlo? Sinceramente, no. Senza modestia, posso dire che meritavo di essere fra i nominati, ma non sono deluso di non averlo vinto. Quelli che contano per me sono i titoli con la squadra, non i riconoscimenti individuali: non avrei mai barattato il Pallone d’Oro per il Triplete.
STAGIONE PERFETTA, ETO’O, FUTURO, FRANCESCOLI – Il 2010 fu una stagione straordinaria. Quali i segreti?: “Non ce ne fu uno solo, furono molti. Perché una stagione sia perfetta occorrono molti fattori, in primis il coinvolgimento totale di tutti i giocatori; in seguito un grande staff tecnico comandato da Mourinho e infine altri fattori che hanno determinato quella stagione”. In quell’Inter il suo partner era un certo Samuel Eto’o: “Avevamo delle grandi individualità all’interno della rosa. Questo è un altro fattore del nostro successo”. Sul futuro: “Cosa serve? Del tempo. Abbiamo bisogno di tempo perché siamo in una fase di ricostruzione, con molti nuovi giocatori ed un nuovo staff tecnico, senza contare il cambiamento della proprietà. E’ ovvio che con tutti questi cambiamenti abbiamo bisogno di tempo affinché le cose ripartano seguendo il loro corso usuale. Dobbiamo puntare di nuovo in alto per onorare la maglia e la storia dell’Inter e sono convinto che riusciremo a tornare su quei livelli”. Milito e l’idolo incontrastato: “Senza contare Maradona, il mio idolo assoluto è stato Enzo Francescoli: un giocatore straordinario”.
Luigi Perruccio
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