CALCIOMERCATO INTER THOHIR / MILANO – Lunga intervista di Erick Thohir al ‘Corriere dello Sport’. Il presidente dell’Inter, che resterà a Milano fino a domani, ha raccontato progetti e ambizioni futuri, toccando anche l’argomento ‘arbitri’.
PERCHE’ L’INTER
“Perché io amo l’Inter. E quando vedo le glorie nerazzurre del passato mi emoziono. Non avrei mai immaginato di essere un partner di Moratti e di diventare proprietario del club, ma, avuta l’opportunità, non ci ho pensato due volte. Mi sono stati offerti alcuni club della Premier League, non quelli di vertice, ma se non sei innamorato di una squadra è dura. Per fare bene le cose, oltre al giusto business, ci vuole anche la passione. E io per l’Inter di passione ne ho tanta. Non sono un business man che cercava solo una società con un brand forte per fare affari. Volevo anche una squadra con una grande storia alle spalle, un club che mi emozionasse“.
LEZIONE DI VITA E BUSINESS
“Per competere ad alti livelli bisogna avere voglia, motivazioni ed essere coinvolti in un progetto. Se uno non è felice di essere all’Inter, non può dare il 100%. Io non sono a Milano perché voglio essere glamour, perché punto a essere famoso o perché desidero finire sui giornali. Niente di tutto questo anche perché non mi piace che la gente guardi troppo nella mia vita privata. Io sono qui perché voglio il bene dell’Inter, per riportare questo club a essere competitivo e per vincere. Non intendo mettere troppa pressione sui giocatori e sull’allenatore e a loro dico semplicemente che i risultati arriveranno più facilmente se durante la settimana e poi la domenica ci si diverte svolgendo la propria professione. E la stessa cosa la ripeto alle persone che lavorano nel club, in tutti i settori. Io vengo dall’altra parte del mondo a Milano, mi faccio tante ore di aereo non per business, ma perché sono felice di essere qui. Mi diverto a fare quello che faccio. Non sono mai stanco per l’Inter“.
MENTALITA’ E ORGANIZZAZIONE
“Quando sono arrivato molti mi chiedevano di fare tutto e subito, ma non era possibile perché dovevo prima capire tanti aspetti: le tasse, l’organizzazione della società e altro ancora. Sono all’Inter dal 15 novembre e ho avuto troppo poco tempo. La struttura secondo me deve essere corretta, ma per farlo c’è bisogno sia di tempo sia di creare il giusto feeling con le persone con cui dovrò lavorare. Voglio trasmettere a tutti la visione che ho di questo club e solo quando il processo sarà completato, si potranno dare i primi giudizi sul mio operato. Non ascolto le voci o i pettegolezzi. Per me contano i risultati che si possono raggiungere solo costruendo un management forte dove ognuno svolge bene il proprio ruolo“.
BILANCIO E TRANSIZIONE
“Quello attuale è un anno di transizione in cui dobbiamo capire coloro che possono aiutarci la prossima stagione: chi è da Inter, chi dà il 100% e chi può essere utile. Naturalmente costruiremo una nuova squadra che vogliamo rendere più forte con acquisti concordati con tutte le componenti ovvero con il ds Ausilio, con Mazzarri, con la parte finanziaria, perché tenere a posto i conti è importante, e con quella commerciale. I nuovi giocatori dovranno far parte del progetto Inter a livello globale, sposare la causa e anche a livello mediatico saranno chiamati a parlare per diffondere il nostro marchio”.
I TIFOSI
“Se mi ameranno, sarà una decisione loro e già adesso mi rendo conto che non potrò far felici tutti. Succede anche in America dove i tifosi (si riferisce a quelli dei Dc United, ndr) sono diversi da quelli italiani. Qui da voi c’è più passione e ogni volta che atterro a Malpensa ci sono persone pronte intervistarmi o che mi chiedono autografi. Quando sbarco a Londra, per esempio, non mi conosce nessuno e… mi rilasso”.
CAGLIARI E GLI ERRORI ARBITRALI
“Non sono arrabbiato, ma dispiaciuto come tutti i tifosi. Credo sia normale perché quella dei primi 45′ non era l’Inter. Nella ripresa invece abbiamo fatto bene. La mia non è una critica, ma i giocatori devono guardarsi dentro e capire perché è andata così. Gli arbitri non devono uccidere le partite perché alla fine gli spettatori capiscono gli errori. D’accordo, gli arbitri sono persone e possono sbagliare, ma se fanno errori continui, le persone possono farsi delle domande o magari pensare male. In molti incontri finora abbiamo avuto episodi un po’… così: non so se c’è qualcosa di sbagliato o se siamo solo sfortunati. Tutti hanno capito e visto quello che è successo. Contro il Napoli, per esempio, abbiamo giocato bene proprio come i nostri avversari e mi sono congratulato con il presidente De Laurentiis. In quell’occasione, però, c’è stato un episodio che ha condizionato il match. La Lega di Serie A ha da sempre i migliori arbitri al mondo. Se all’estero parli degli arbitri italiani, tutti dicono che sono il top. E devono rendere di conseguenza. Non sono d’accordo con l’utilizzo della tecnologia a 360° perché il calcio perderebbe il suo lato umano, ma per esempio potrebbe essere importante la goal line technology“.
TERZO POSTO
“Sarà dura riuscirci, ma il nostro obiettivo deve essere quello di finire quarti o quinti. Se arrivassimo in Champions sarebbe una grande festa per la nostra famiglia nerazzurra, ma intanto dobbiamo tornare in Europa, giocare la prossima Europa League. Il prossimo anno è necessario tornare in Europa, poi proveremo a qualificarci per la Champions con l’obiettivo di disputare la finale del 2016 che si svolgerà a Milano. Questo non è solo il nostro sogno e tradizionalmente poche formazioni riescono a giocarsi una finale… in casa. Ci è riuscito il Bayern Monaco (nel 2011-12, ndr) e ha perso contro il Chelsea di Di Matteo. E’ Dio che decide come vanno certe cose, ma noi dobbiamo avere degli obiettivi e lavorare per centrarli”.
NUOVI SOCI
“Soetedjo è il mio partner, mentre Roeslani ha ceduto le sue quote. Mio padre crede che avere un partner sia importante perché ci si può correggere a vicenda. La mia famiglia li ha in tutte le attività. Il mio obiettivo è quello di fare le cose per bene per difendere il nome di mio padre e quello dell’Inter che resterà anche quando io non ci sarò più. Ma credo davvero che avremo una buona relazione con la famiglia Moratti perché ci capiamo. Ritengo che avere un partner locale è importante per radicarsi nel territorio. I Moratti hanno costruito un’Inter vincente e sono qui per aiutarli a renderla più forte”.