INTER FINANZA DEL CLUB THOHIR / MILANO – Se si vuol tornare davvero ad essere competitivi qualcosa deve cambiare. All’Inter come nella Serie A e di questo ne è convinto Erik Thohir. Proprio sulle finanze del campionato italiano, è ‘La Gazzetta dello Sport’, a proporre un’analisi.Una situazione delicata, numeri alla mano non sembrano entusiasmare. Nel 2012-13 la Serie A ha visto crescere il fatturato a 1772 milioni (+8% rispetto al 2011-12), grazie al nuovo ciclo di vendita dei diritti tv, eppure nell’era della presunta austerity i costi non solo non sono diminuiti ma sono addirittura cresciuti del 4%, a 2365 milioni.
Beninteso, non gli investimenti virtuosi nei vivai (passati da 36 a 37 milioni calcolando solo le società che li capitalizzano) ma le spese fuori controllo per le rose, cioè stipendi e ammortamenti. Il costo del personale si mangia il 68% dei ricavi: una voce che tra il 2010-11 e il 2012-13 solo Fiorentina, Inter, Milan e Roma hanno saputo ridurre. Tra entrate e uscite caratteristiche ballano 600 milioni, davvero tanti. E solo con le operazioni di calciomercato, cioè con i 409 milioni di plusvalenze al netto delle minusvalenze, si limitano i danni portando il deficit aggregato della Serie A a 203 milioni, comunque in calo se confrontato col -292 del 2011-12.
Particolare sembrerebbe essere la situazione dell’Inter che, pur avendo abbattuto il costo del lavoro di un centinaio di milioni in 3 anni, continua a navigare in profondo rosso. Le sono venuti a mancare i proventi Champions, ma s’incassa poco anche da stadio e commerciale: il fatturato consolidato di 177 milioni è 14° su scala europea. Le plusvalenze attese la scorsa estate non sono arrivate (saldo netto di 3,3 milioni) e l’esercizio 2013-14 chiuderà con un’altra perdita di 80 milioni. Poi si entrerà pienamente nell’era Thohir: a giugno risparmio di circa 30 milioni con la scadenza di 10 contratti, ma c’è tanto da fare sui ricavi.
Luigi Perruccio